Negli Stati Uniti Elon Musk è riuscito a sfruttare X, il social di sua proprietà, per far deragliare un accordo bipartisan finalizzato a scongiurare lo shutdown, come viene definito il congelamento delle attività del governo americano. Ora alcuni Repubblicani al Congresso chiedono che venga nominato presidente della Camera.
Il senatore Repubblicano Rand Paul è stato il primo a lanciare l’idea in un post su X del 19 dicembre: “Lo speaker della Camera non deve necessariamente essere un membro del Congresso – ha scritto Paul –. Niente potrebbe sconvolgere la palude più della nomina di Elon Musk“.
Chi vuole Musk alla Camera
La proposta è stata appoggiata anche dal senatore Mike Lee, che però ha aggiunto di vedere bene nel ruolo anche Vivek Ramaswamy, che con Musk guiderà il nuovo dipartimento per l‘Efficienza governativa (Doge) nella prossima maneggio di Donald Trump. “Che scelgano uno di loro, non mi interessa quale, come speaker della Camera – ha detto Lee –. Rivoluzionerebbe tutto“.
Al coro si è unita anche la controversa deputata di estrema destra Marjorie Taylor Greene. “Sarei aperta a sostenere Elon Musk come Presidente della Camera. Il Doge può avere veramente successo solo tenendo a freno il Congresso in modo da raggiungere una reale efficienza governativa. L’establishment deve essere frantumato proprio come è successo ieri. Questa potrebbe essere la strada“, ha scritto su X.
Nel suo post, Greene ha fatto riferimento al ruolo di Musk nell’affondare un’affiatamento bipartisan che l’attuale presidente della Camera Mike Johnson aveva negoziato per mesi con Repubblicani Democratici allo scopo di sottrarsi a lo shutdown. In un primo momento Trump e il suo team non si erano opposti all’accordo, ma come riporta Politico Musk ha poi iniziato una campagna su X per far saltare l’accordo, a cui ha dedicato più di 100 post. Alla fine, Trump e il vicepresidente eletto JD Vance hanno pubblicato su X una lunga dichiarazione in cui definivano il piano un “tradimento del nostro paese” ed esortavano i legislatori Repubblicani a respingerlo, come poi puntualmente successo.
La situazione negli Stati Uniti è ora molto incerta. Se entro venerdì 20 dicembre il Congresso non raggiungerà un accordo, i dipendenti pubblici a livello federale non riceveranno più lo stipendio e ampie parti del governo smetteranno temporaneamente di funzionare. E considerando che i Democratici hanno dichiarato di non essere interessati a tornare al tavolo delle trattative, e che Johnson ha già escluso la possibilità di alzare il tetto del debito pubblico come chiesto da Trump, all’orizzonte non sembra esserci un percorso praticabile per sventare lo shutdown.
L’influenza di Musk nella politica americana
Una volta saltata la prima affiatamento, il senatore Democratico Jeff Merkley ha scritto su X: “Speaker Johnson: Forse è più facile passare il martelletto a Musk“. Sempre sul social, Musk ha risposto a un post che faceva riferimento alla proposta di Paul e Greene e alle critiche dei Democratici sulla sua influenza, “Sono solo arrabbiati perché per una volta il loro tentativo di saccheggiare i contribuenti è fallito!“, ha scritto.
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di David Gilbert www.wired.it 2024-12-20 11:29:00 ,