È bastato un post su X di difficilmente quattro parole per suggerire un’accoppiata inedita: Elon Musk e Hasbro. “How much is Hasbro?”, ossia “Quanto costa Hasbro?”: per la maggior parte delle persone una analisi su Google, per Musk un potenziale sfizio da togliersi come regalo di Natale. Non per interessi economici verso la nota casa di giochi e giocattoli, ma nel nome di un tema particolarmente caro al ideatore di Tesla, dal prossimo gennaio impiegato alla Casa Bianca: la crociata al politically correct.
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L’antefatto
La vicenda ha inizio un paio di settimane fa, quando, in un post pubblicato proprio su X, il game designer Mark Kern critica l’introduzione di The Making of Original D&D: 1970-1977, libro pubblicato nel giugno di quest’anno da Wizards of the Coast (azienda di proprietà di Hasbro e detentrice dei diritti di pubblicazione del gioco di ruolo) per celebrare i cinquant’anni di Dungeons & Dragons. Kern, produttore di Diablo II e team lead per World of Warcraft, è diventato negli anni uno dei punti di riferimento per le frange alt-right della comunità videoludica: a luglio era intervenuto nella controversia riguardo l’accuratezza storica di Assassin’s Creed Shadows, fortemente dibattuta su entrambe le sponde del Pacifico.
Questa volta l’attenzione è stata rivolta alle parole usate nell’introduzione di cui sopra per parlare della visione dei creatori di Dungeons & Dragons. Parole a tratti fortemente critiche riassumibili in un’autoaccusa rivolta ai vecchi manuali di D&D, nei quali non sarebbero mancate allusioni misogine e razziste ritenute inaccettabili dalle attuali linee guida di Wizards of the Coast. Al punto che nello stesso sito dell’azienda in cui si parla del libro, disponibile attualmente solo in inglese, un trafiletto chiarisce che “alcuni dei contenuti più datati potrebbero riflettere pregiudizi etnici, razziali e di genere ampiamente diffusi nella società americana dell’epoca. Tali rappresentazioni erano sbagliate all’epoca e lo sono oggi.”
La reazione di Elon Musk non è delle più pacate. “Cosa cazzo c’è che non va in Hasbro e WotC?? Possano bruciare all’inferno”: testuali parole del ideatore di SpaceX, intervenuto proprio in risposta al tweet di Kern per difendere l’eredità di Gary Gygax e degli altri designer a cui si deve l’esistenza di D&D. Le voci su una possibile vendita da parte di Hasbro dei diritti di Dungeons & Dragons, smentite dalla multinazionale nel febbraio di quest’anno, riemergono come una sorta di invocazione per convincere il miliardario sudafricano, noto appassionato del gioco di ruolo, a salvare dadi e plance dal virtue signaling – o, espressione sempre più familiare anche al pubblico italiano, dalla cultura woke.