“Ho fallito, so che avrei potuto fare di più” scrive in una lettera aperta Vincenzo Semeraro, magistrato di sorveglianza del Tribunale di Verona. Sente addosso la colpa di non aver impedito a Donatella Hodo di togliersi la vita inalando gas da un fornelletto nella notte tra l’1 e il 2 agosto, nel carcere di Montorio. Di lei, ragazza ventisettenne, il giudice ha ricordato il suo essere “fragile, fragilissima, come un cristallo di Boemia”, con un passato di dipendenza dalla droga e una serie di furti.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-09-02 17:11:56 ,www.repubblica.it