Emirati arabi: vogliono prendersi il loro posto nello spazio

Emirati arabi: vogliono prendersi il loro posto nello spazio

Emirati arabi: vogliono prendersi il loro posto nello spazio


Inaugurato nel 1989, oggi, il Dubai Airshow è uno degli appuntamenti più importanti al mondo dedicati all’industria e alle tecnologie aerospaziali, un settore decisivo in cui il campo scientifico converge con l’avanguardia tecnologica, e che ha ricadute importanti nell’ambito della difesa e della sicurezza. È significativo che dei tre eventi simili più importanti – a Londra e a Parigi – il Dubai Airshow sia quello con la presenza più vistosa di stakeholder, novità tecnologiche e servizi militari. Si contano 1400 espositori, 390 delegazioni fra civili e militari, 20 padiglioni nazionali (anche quello di Roscosmos: l’Agenzia spaziale russa) arrivati da ogni angolo del globo, Italia compresa, si sono trovati all’aeroporto internazionale Al Maktoum per mostrare servizi e prodotti innovativi nel settore dell’aeronautica.

La missione verso la fascia asteroidale – prosegue Al Qubaisi – ci darà l’opportunità di ripetere ciò che abbiamo fatto con Hope quando abbiamo sviluppato la maggior parte delle nostre capacità con il nostro partner principale, il Mohammed Bin Rashid space centre”. Detto in maniera più esplicita, questo progetto mostrerà la sinergia di due colonne portanti della strategia spaziale nazionale, Abu Dhabi e Dubai, che hanno reso il paese in soli quindici anni il faro delle attività e delle ambizioni spaziali panarabe. Non è un caso che pochi giorni fa la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, abbia annunciato una collaborazione con il Mohammed Bin Rashid space centre per la realizzazione di un modulo airlock destinato al Lunar Gateway, la stazione spaziale che Stati Uniti, Europa, Canada e Giappone lanceranno in orbita cislunare a partire dal 2026 e che servirà per supportare le missioni sulla superficie e, un giorno, come tappa per le esplorazioni nello spazio profondo (Marte compreso). È un risultato costruito negli anni.

Nel 2008, infatti, gli Emirati avevano promosso la costituzione di un’Agenzia spaziale panaraba con l’obbiettivo di garantire agli Stati arabi un accesso autonomo allo spazio. Sebbene fallito, questo tentativo stimolò in tutta la federazione una vigorosa strutturazione del settore. Nel 2014 veniva istituita l’Agenzia spaziale nazionale (Uae) per assumere un ruolo di guida e coordinamento strategico dei bracci operativi dell’agenzia come il Mohammed Bin Rashid space centre, attivo a Dubai dal 2006, e che funge da quartier generale per lo Uae national space e per il programma di incubazione Space Venture, oltre ad essere il centro in cui è stata sviluppata la sonda Hope.



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di Emilio Cozzi www.wired.it 2024-01-15 05:30:00 ,

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