In Italia nel triennio le rinnovabili verranno potenziate con installazioni per 4,2 GW, a fronte di un investimento per 5,4 miliardi di euro. Un pacchetto che “potrebbe raddoppiare”, ha detto Starace, “se verranno messe in campo le giuste misure che il governo ha annunciato”, per “sbloccare l’incredibile ingorgo di iter autorizzativi” che condizionano lo sviluppo del settore. Enel, ha assicurato l’ad, ha in Italia “30mila megawatt di investimenti potenziali: noi non abbiamo alcun limite dal punto di vista dell’appetito”, ha assicurato.
Poco spazio in Italia per il nucleare, almeno nell’arco del piano al 2025: “Gli studi si fanno sempre, noi continuiamo a studiare e a fare. Non dimentichiamo che Enel gestisce 7 centrali nucleari in Spagna e stiamo in fase di test in Slovacchia. Siamo l’unico player italiano che fa nucleare”, ha rivendicato l’ad. Per il futuro “ci sono tecnologie promettenti e degne di attenzione che però entreranno a far parte del mix energetico a partire dagli anni Quaranta”, con un impatto significativo “in periodi lunghi” che vanno ben al di là dell’orizzonte tracciato nel Capital market day di Milano.
80% investimenti in linea con tassonomia europea
Nel complesso tra il 2023 e il 2025 il gruppo investirà 37 miliardi di euro, il 60% a sostegno della strategia commerciale integrata e il 40% a favore delle reti, per sostenere il loro ruolo di abilitatori della transizione energetica. Diciassette miliardi andranno per le rinnovabili nei sei paesi chiave. “Questo piano non rallenta affatto la nostra crescita sulle rinnovabili – ha tagliato corto Starace in conferenza stampa – Anzi vengono messe maggiormente a fuoco perché c’è attenzione a quei Paesi dove le rinnovabili sono molto sviluppate e hanno una grande potenzialità”.
Nei documenti presentati al mercato si legge che “il 94% degli investimenti totali del gruppo nel 2023-2025 è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite” e oltre l’80% è in linea con i criteri della Tassonomia dell’Unione Europea, “in virtù del loro sostanziale contributo alla mitigazione del cambiamento climatico”.
Un programma di spesa che genererà, secondo le stime, un incremento cumulato del Pil nei Paesi in cui opera Enel per 70 miliardi di euro. E non sarà banale l’impatto del piano sull’andamento finanziario di Enel. Le dismissioni in Romania, Argentina e Perù avranno un effetto positivo per 21 miliardi, 11 miliardi di minor debito che Enel si scrollerà di dosso e 10 miliardi di incasso per le cessioni. Sul fronte della redditività, “si prevede che l’Ebitda ordinario di gruppo cresca sino ad un valore compreso tra 22,2 miliardi di euro e 22,8 miliardi di euro nel 2025 dai 19,0-19,6 miliardi di euro stimati nel 2022”, e un utile netto a 7,0-7,2 miliardi di euro nel 2025, dai 5,0-5,3 miliardi di euro stimati nel 2022. Risultati che permettono di ritoccare all’insù il dividendo per gli azionisti che passerà dagli attuali 40 a 43 centesimi a partire dal 2023.
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di Michele Chicco www.wired.it 2022-11-22 16:31:10 ,