Eni inaugura a Mestre, alle porte di Venezia, la seconda stazione di servizio a idrogeno d’Italia, la prima in città. Il taglio del nastro è avvenuto nella mattinata di venerdì 10 giugno alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, del direttore generale Energy evolution di Eni Giuseppe Ricci e dell’amministratore delegato di Toyota Motor Italia Luigi Ksawery Luca. L’impianto, a marchio del cane a sei zampe, è dotato di due punti di erogazione, con una potenzialità di 100 chilogrammi al giorno. Due le modalità, fast e ultrafast; il distributore potrà ricaricare una berlina in cinque minuti, per un’autonomia stimata da 650 chilometri. Ma non è il trasporto privato il segmento in cui l’idrogeno sarà più utile a livello di mobilità: sono, piuttosto, il trasporto pesante e quello pubblico.
L’espansione dei distributori
L’idrogeno, spiega Ricci, arriva nella stazione di Mestre a duecento atmosfere di pressione: qui viene ulteriormente compresso fino a mille. Uno spesso muro in cemento armato nasconde i macchinari necessari: dall’altra parte, ci sono gli erogatori, in tutto simili alle classiche pompe, che spillano a 700 atmosfere. Il rifornimento verrà eseguito da addetti appositamente formati. Innovativi e specifici gli apparati di sicurezza installati nei mesi scorsi nella stazione, che è stata completamente ristrutturata e, oltre ai carburanti tradizionali, dispone anche di una colonnina di ricarica per l’energia elettrica.
Venezia ci crede. Grazie a un accordo con Eni e Toyota, tre berline Mirai alimentate con il vettore sono già state messe messe a disposizione del Comune lagunare. Altre tre saranno destinate servizio di car sharing Kinto , mentre ulteriori quattro veicoli arriveranno nei prossimi mesi. In programma, spiega Brugnaro, un’altra stazione di servizio a idrogeno, che andrà a rifornire i 95 bus alimentati con il vettore già acquistati.
La molecola potrebbe anche diventare una interessante leva di marketing per il territorio, afferma il primo cittadino: “Molti tedeschi ci hanno già chiamati per chiederci informazioni sugli orari di apertura del distributore. Da loro questo tipo di veicoli è più diffuso, e dal momento che con un pieno oggi si possono percorrere fino a 650 chilometri diventiamo finalmente raggiungibili, con la possibilità di attirare un turismo più sostenibile”. Eni ha annunciato l’intenzione di procedere, nei prossimi anni, alla costruzione di altri distributori partendo dal cluster della Pianura padana. Si partirà da San Donato Milanese, dove ha sede il quartier generale dell’azienda.
Come cambiano le stazioni di servizio
Ricci spiega che “i nostri distributori saranno mobility hub che ospiteranno tutti i vettori energetici: manterremo benzina e gasolio fino a che ci saranno mezzi che li utilizzeranno, ma aggiungeremo elettrico, idrogeno, biogas e presto il biodiesel“. A cambiare è il concetto stesso di sosta per il rifornimento, secondo il manager. “Se nel caso dell’idrogeno bastano dieci minuti, per la ricarica elettrica i tempi si allungano. Non abbiamo preclusioni: mettiamo a disposizione tutti i vettori, perché crediamo che il cliente saprà scegliere quello più adatto al proprio modello. Complessivamente, ritengo che questo condurrà anche a un abbassamento dei prezzi“.
Ricci guarda al futuro della compagnia, storicamente legata al mondo degli idrocarburi, e che oggi si trova a confrontarsi col nuovo corso ambientale e le restrizioni in vista su combustibili fossili e motori endotermici: “Dal punto di vista dei consumi, l’elettrico si è dimostrato più adatto alla mobilità urbana, l’idrogeno alle lunghe distanze, i biocarburanti al traffico aereo e marittimo”.
Eni ha annunciato la realizzazione di tre impianti di produzione di idrogeno blu (da gas) per uso industriale a Porto Marghera. “L’anidride carbonica prodotta sarà intombata nel giacimento di Ravenna”, ha concluso il manager. L’Europa prevede un obiettivo per l’Italia di 270mila tonnellate di idrogeno da impiegare nei trasporti, da raggiungere entro il 2030, quantità che potrebbero raddoppiare con il piano RePower Eu. Toyota è uno dei pochi produttori che propone veicoli per il trasporto privato. “Siamo precursori, ma non siamo soli – precisa l’ad -. C’è un numero crescente di player, tra cui Hyundai, Bmw e Stellantis. Oggi, inoltre, vendiamo sistemi di propulsione per il trasporto pubblico che forniamo a produttori di bus come Caetano o Mercedes”.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2022-06-10 16:37:55 ,