Trent’anni sono tanti, ma non abbastanza per dimenticare un libro che ha segnato una generazione. Enrico Brizzi lo sa bene. Dal palco del Wired Next Fest Trentino 2024, il festival dedicato a scienza e innovazione che quest’anno torna a Rovereto dal 27 al 29 settembre, lo scrittore bolognese presenta Due, il sequel di quel Jack Frusciante è uscito dal gruppo, il romanzo che nel 1994 ha fatto innamorare e identificare migliaia di adolescenti.
“Per 29 anni non mi è mai passato per la testa di durare la storia di Alex e Aidi“, esordisce l’autore di fronte al pubblico di Piazza Malfatti. Ma poi, quasi per caso, “l’anno scorso ho riletto Jack Frusciante dall’inizio alla fine, come se fosse stato scritto da qualcun altro. E quando ho finito, mi sono messo al computer a scrivere come poteva continuare la storia. Ho dato retta all’istinto“. Un istinto che lo ha portato a proporre il progetto all’editore, ma con una condizione precisa: “Questa è una storia degli anni Novanta, e ci lavoriamo come allora. Niente editing via Zoom: facciamo come si faceva all’epoca“. Così, Brizzi e il suo editor Carlo Carabba si sono ritirati in una locanda dell’Appennino tosco-emiliano, “senza internet, lavorando su carta, come trent’anni fa“.
Un’atmosfera che ricorda proprio quella del 1992 in cui è ambientato il primo romanzo, ben prima dell’avvento del web e dei social network. Ma come raccontare oggi una storia come quella di Alex e Aidi? “È chiaro che per le mie figlie, che hanno la stessa età che avevo io quando uscì Jack Frusciante, la vita è diversa – ammette Brizzi –. Possono sentire un amico o il ragazzo in Australia, ci sono i dm di Instagram, c’è WhatsApp. Però non credo sia diventato più facile dire a qualcuno ‘mi sono innamorato di te’. Il cuore dei ragazzi è rimasto identico. Segreto, delicato, pudico“.
Nonostante la tecnologia, insomma, certi sentimenti non cambiano. E infatti Due riparte esattamente da dove si era interrotto il primo libro, “con la stessa voce del narratore“, spiega Brizzi. “Questo è un romanzo su due ragazzi che, come tutti gli innamorati del mondo, dai tempi di Romeo e Giulietta, si chiedono: quando ci ritroveremo, ci riconosceremo o la vita ci avrà cambiati? E la risposta, solo i diciottenni non la sanno, perché è la prima volta. Stare immobili è impossibile, ma puoi sperare che ci si ritrovi dopo aver fatto due giri diversi“.
Leggi tutto su www.wired.it
di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-09-28 19:09:56 ,