Author: Giovanni Bianconi
Data : 2022-11-08 19:27:36
Dominio: www.corriere.it
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La Consulta aveva sollevato la questione di legittimit. Toccher ora ai magistrati verificare gli effetti della normativa sopravvenuta sulla rilevanza delle questioni sollevate, nonch procedere a una nuova valutazione della loro non manifesta infondatezza
La soluzione adottata dal governo per evitare che la Corte costituzionale dichiarasse illegittimo il cosiddetto
ergastolo ostativo
per i condannati per mafia, per adesso ha retto. Alla luce del decreto-legge che ha modificato la norma dichiarata incostituzionale dalla Consulta un anno e mezzo fa (pur con un doppio rinvio della ghigliottina per invitare il Parlamento a fare le necessarie modifiche), i giudici costituzionali hanno restituito gli atti alla Corte di Cassazione, che aveva sollevato l’eccezione di incostituzionalit della vecchia legge. Toccher ora a quei magistrati verificare gli effetti della normativa sopravvenuta sulla rilevanza delle questioni sollevate, nonch procedere a una nuova valutazione della loro non manifesta infondatezza (qui la norma).
Il comunicato della Corte anticipa con queste parole la decisione contenuta nella sentenza che sar pubblicata nelle prossime settimane. Sotto esame, spiega la Consulta, erano le disposizioni che non consentono al condannato all’ergastolo per delitti di contesto mafioso, che non abbia utilmente collaborato con la giustizia, di essere ammesso al beneficio della liberazione condizionale, pur dopo aver scontato la quota di pena prevista e pur risultando elementi sintomatici del suo ravvedimento. La Corte aveva gi stabilito, nella prima pronuncia, che l’automatismo tra non-pentimento ed esclusione dai benefici non poteva continuare a esistere in virt dell’obiettivo costituzionale di rieducazione del condannato che vale per tutti i colpevoli; aggiungendo che la collaborazione con la giustizia non pu essere l’unico parametro di valutazione del ravvedimento del condannato per reati di mafia. Ora, sostiene la Consulta, le nuove norme contenute nel decreto-legge varato la scorsa settimana — primo atto del governo Meloni, che ha ripreso il testo gi approvato da un ramo del Parlamento nella scorsa legislatura, pressoch all’unanimit — incidono immediatamente e direttamente sulle norme oggetto del giudizio di legittimit costituzionale, trasformando da assoluta in relativa la presunzione di pericolosit che impedisce la concessione dei benefici e delle misure alternative a favore di tutti i condannati (anche all’ergastolo) per reati cosiddetti “ostativi”, che non hanno collaborato con la giustizia.
Il decreto stabilisce infatti che anche i condannati non-pentiti sono ora ammessi a chiedere i benefici, sebbene in presenza di nuove, stringenti e concomitanti condizioni, diversificate a seconda dei reati che vengono in rilievo. Di qui la restituzione degli atti alla Cassazione che deve giudicare il singolo caso da cui nata la questione di costituzionalit, e in quella sede si verificher se i criteri molto stringenti imposti dal decreto violano ugualmente i principi costituzionali che la Corte aveva giudicato violati con la precedente normativa, oppure no. In caso affermativo la questione torner all’esame della Consulta. comunque verosimile che la Cassazione attender la conversione in legge del decreto (entro Natale, con eventuali ulteriori modifiche) prima di fare le proprie valutazioni. Per ora il risultato che il governo voleva ottenere, e cio evitare la bocciatura dell’ergastolo ostativo in assenza della riforma sollecitata dalla Corte, stato raggiunto.
8 novembre 2022 (modifica il 8 novembre 2022 | 20:37)
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