Il Comitato per la competitività del Consiglio europeo ha approvato oggi il nuovo regolamento Euro 7, che riguarda auto e altri veicoli, elaborato dalla presidenza di turno dell’Unione europea, in capo alla Spagna, e approvato per raggiungere, entro il 2035, l’obiettivo europeo di zero emissioni di CO2.
Il regolamento
La normativa Euro 7 vuole stabilire “norme più adeguate” sulla durata delle batterie e ridurre le “emissioni di inquinanti atmosferici derivanti dal trasporto stradale” attraverso “l’omologazione dei motori e dei componenti dei veicoli a motore”, spiega Ansa. Come scrive Il Sole 24 ore, il regolamento mira a limitare anche le emissioni prodotte dai freni e dai “parametri relativi alle emissioni di microplastiche causate dagli pneumatici”. Per la prima volta il regolamento inserisce le automobili, furgoni e veicoli pesanti in un unico atto giuridico.
Presentando la nuova normativa Euro 7, il Consiglio europeo spiega che il documento così approvato “trova un equilibrio” tra i rigorosi requisiti richiesti alle auto sul piano delle emissioni e “gli investimenti aggiuntivi per l’industria, in un momento in cui i produttori di automobili europei stanno subendo una trasformazione verso la produzione di auto a emissioni zero”. Pur mantenendo i limiti di emissione stabiliti dal precedente regolamento, Euro 7 stabilisce un tempo minimo per la durata delle batterie delle auto elettriche, oltre a prevedere requisiti più severi sulla durata dei veicoli. Il Consiglio stabilisce inoltre che il controllo delle emissioni dovrà consistere in un “monitoraggio continuo” condotto attraverso “tecnologie avanzate”.
Il “fronte della responsabilità”
Un’altra importante novità è rappresentata dal fatto che, per le automobili, le regole saranno applicate due anni e mezzo dopo l’approvazione del regolamento. Ci vorrà quindi più tempo per adeguare i motori alle regole dell’Euro 7. Il limite precedente, stabilito a due anni, è stato dunque prolungato di sei mesi. Un prolungamento per il quale l’Italia, insieme agli altri paesi del cosiddetto “fronte della responsabilità” di cui fa parte (Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria), esprime soddisfazione. Nel maggio 2023 il “fronte” aveva già espresso la sua preoccupazione sui limiti temporali di applicazione della normativa giudicandoli, insieme alle regole proposte da una prima elaborazione del regolamento, irrealistici. E alla fine ha ottenuto dal Consiglio un passo indietro sui tempi celeri.
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di www.wired.it 2023-09-25 13:35:11 ,