La Quarto del Pd si trova ad appena 25 chilometri di autostrada e si chiama Villa di Briano (Caserta). Ma non vi scorgerete le folle dei cronisti e le dirette di piazza. Qui tutto è avvolto nel lavoro di una commissione prefettizia che è arrivata a ottobre in silenzio, senza crepitii mediatici. Qui infatti non si poteva dare addosso ai grillini, nessuna loro responsabilità in una giunta democrat che si è sciolta in estate dopo le dimissioni del sindaco, quindi le inchieste sul voto di scambio politico mafioso e le infiltrazioni della camorra nelle amministrazioni comunali non fanno notizia. Nemmeno se tra gli indagati c’è un europarlamentare, Nicola Caputo, promosso a Strasburgo con 85.897 voti dopo quasi due legislature nel consiglio regionale campano.
In questo paese Caputo ha uno dei suoi principali serbatoi di preferenze, raccolte in passato anche grazie a sfarzose feste elettorali tra showgirl in minigonna, alcool a fiumi e la faccia del candidato stampata sui tovaglioli.Pubblicità
La descrizione di questo banchetto luculliano con 1800 invitati, risalente al 2010 e raccontato dall’intercettazione di un imprenditore vicino ai clan, è finita dritta nelle carte dell’inchiesta della Dda di Napoli – procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, pm Cesare Sirignano (oggi in Dna) e Catello Maresca – che ha iscritto l’europarlamentare dem nel registro degli indagati in uno stralcio dell’indagine madre sul Comune di Villa di Briano. Secondo le investigazioni dei carabinieri del comando provinciale di Caserta, agli ordini del colonnello Giancarlo Scafuri, le attività dell’amministrazione piddina erano di fatto nelle mani della fazione del clan dei Casalesi guidata dal boss Antonio Iovine ‘o Ninno.
Ed il sindaco dem Dionigi Magliulo, già imputato di corruzione elettorale e depennato all’ultimo minuto dalle liste a sostegno del Governatore Pd Vincenzo De Luca, era solo uno strumento nelle mani del fratello Nicola Magliulo, funzionario dell’ufficio tecnico comunale, “il vero sindaco”, scrive la Procura Antimafia. Nicola Magliulo è stato arrestato a luglio con accuse di associazione camorristica per “essersi messo a disposizione di Iovine” accelerando i pagamenti alle ditte vicine al clan e fornendo notizie riservate su gare e appalti agli emissari del boss, Benito Lanza, Antonio Cerullo e Nicola Coppola.
Sono proprio alcune intercettazioni ambientali di Lanza a mettere nei guai l’europarlamentare Caputo. Il 21 maggio 2010 una cimice piazzata in una Peugeot 307 registra una conversazione tra Lanza e Cerullo in cui si accenna al patto politico e di affari tutto interno ai democrat: i fratelli Magliulo hanno dovuto sostenere con 100.000 euro la campagna elettorale di Caputo alle regionali del 28 e 29 marzo 2010 e Caputo in cambio sarebbe intervenuto in Regione Campania per assicurare i fondi per la realizzazione dello svincolo sulla statale Nola-Villa Literno. “Alla fine quello mi disse… ci ho rimesso altri 100.000 euro…”.
Concetto rafforzato in un’altra ‘ambientale’ del 6 giugno, quando Lanza conversa con P. P. e parla del ‘patto’ : “Alla fine arrivano le elezioni… va questo e dice: ‘Prima delle elezioni io ti faccio il finanziamento’. Prima delle elezioni questo mantiene la parola e manda i denari. Tu che fai, mantieni… ”.
Infatti è stato accertato che il 18 febbraio 2010, un mese e mezzo prima del voto, un dirigente della Regione Campania ha firmato il decreto di approvazione della graduatoria dei progetti ammissibili a finanziamento, e tra questi c’era anche lo svincolo sulla Nola-Villa Literno, importo di quasi due milioni di euro. Quel decreto è agli atti, all’epoca Caputo era vice capogruppo del Pd in consiglio regionale e componente della commissione Bilancio. L’europarlamentare, con discrezione, ha chiesto di essere sentito dal pm per fornire la sua versione e convincerlo della sua estraneità alle accuse di voto di scambio. L’avvocato Carlo De Stavola, che difende anche Magliulo, sentito nelle scorse settimane, è in contatto con la Procura per concordare la data dell’interrogatorio. Dovrebbe svolgersi entro la fine di gennaio.