La deadline fissata dall’Uefa è il 19 aprile. Entro quella data la Federcalcio italiana dovrà garantire al massimo organo calcistico europeo circa 20mila spettatori all’Olimpico di Roma in vista delle quattro gare programmate per l’Europeo itinerante di questa estate (11 giugno-11 luglio), compresa quella inaugurale tra Italia e Turchia. Così il numero uno del calcio nostrano, Gabriele Gravina, ha inviato nel fine settimana una lettera al premier, Mario Draghi, in cui gli chiede “di adoperarsi affinché l’Uefa possa confermare l’assegnazione dell’evento inaugurale” dell’Europeo “e delle successive gare previste nel nostro Paese”.
Le speranze di Gravina
Nella lettera, tra l’altro, Gravina sottolinea il termine del 19 aprile “per assicurare” la presenza del 25% di pubblico allo stadio Olimpico come richiesto dall’Uefa, e si dice certo, pur nella “consapevolezza della fase critica” del Paese, che il premier “condivida con la Figc quanto sia importante per l’Italia che la Uefa confermi” la disputa della partita inaugurale e degli altri tre incontri previsti a Roma. Gravina assicura inoltre a Draghi “il rigoroso rispetto delle prescrizioni che il Governo vorrà imporci” per Euro 2020, “così come è stato per l’applicazione del protocollo sanitario” che consente lo svolgimento dei campionati nazionali.
Certi otto stadi, Budapest col 100% della capienza
Il ministro Sperenza ha già garantito la presenza del pubblico sugli spalti, ma quanti spettatori lo deciderà il Cts che chiaramente sta prendendo tempo, non potendo prevedere quale sarà l’entità della Pandemia a giugno. Al momento sono solo otto i paesi certi di ospitare la rassegna continentale avendo dato l’ok all’Uefa per l’apertura degli stadi. La Russia, con San Pietroburgo, avrebbe garantito il 50% della capienza, così come Baku, in Azerbaigian. E Budapest si è spinta addirittura oltre col 100% della capienza. In bilico restano oltre a Roma anche Monaco di Baviera, Dublino e Bilbao, con queste ultime due che hanno già fatto sapere di voler rinunciare all’Europeo.