Il presidente della Conferenza delle Regioni: «Dobbiamo mantenere il sangue freddo sapendo che l’emergenza non è finita»
«È l’ora del buon senso. Abbiamo il dovere di mantenere la sicurezza sanitaria, ma anche quello di non lanciare un allarme dopo l’altro». Massimiliano Fedriga, il governatore del Friuli Venezia Giulia, ha visto crescere i contagi giorno per giorno. Ma per le feste non si fascia la testa: «Dobbiamo mantenere il sangue freddo sapendo che l’emergenza non è finita. Ma anche nella consapevolezza che, dopo due anni, possiamo fare scelte ponderate».
Non deve essere facile il sangue freddo con tutte quelle manifestazioni a Trieste e le curve che salivano. Eppure, l’ultima rilevazione le dà una fiducia del 77% nella sua Regione. Soddisfatto?
«Non farò finta che non me ne importi: è difficile, in questi momenti, fare le scelte. E mi conforta che i cittadini condividano e apprezzino gli sforzi che stiamo facendo».
La situazione oggi?
«Si vede almeno una stabilizzazione del contagio. A Trieste vediamo una discesa, ma l’onda si sta spostando a occidente. Al di là delle ondate, abbiamo finalmente un dato positivo».
Nonostante la zona gialla?
«Certo. Rispetto a un anno fa, abbiamo un 20% in meno di contagi. Ma nel 2020 tutto era chiuso: cinema, teatri, palestre. Oggi si fa tutto».
Merito del super green pass?
«Merito del vaccino. Noi abbiamo sempre detto che il super green pass serviva per aprire e non per chiudere. Ma le completo il quadro: rispetto al 2020, abbiamo la metà dei ricoverati sia in corsia che nelle intensive. A fronte di un’ondata che in Slovenia è stata devastante».
E i più giovani?. Il sindaco di Pesaro Ricci ha chiesto il green pass per i bambini…
«Io dico: usiamo il buon senso. Con un occhio alla situazione negli ospedali che è il vero punto decisivo, evitiamo di lanciare la palla avanti di continuo».
Il generale Figliuolo invita a vaccinare i bambini. Lei è d’accordo?
«Io, mio figlio lo farò vaccinare. La malattia grave nei bambini è meno presente ma esiste: 6 bambini su 1000 finiscono in emergenza. Peraltro, abbiamo ormai dati molto strutturati sui vaccini ai bambini: negli Stati Uniti sono 5 milioni. È necessario ascoltare i pediatri. Se il vaccino è sicuro e protegge, è utile farlo».
Non teme «l’arancione»?
«Ricordiamolo: chi ha il super green pass, in arancione può fare come se fosse in zona bianca. Ciò che noi abbiamo cercato di fare, con il governo, è il tenere insieme la sicurezza con il lavoro, l’economia… Se vogliamo che si facciano investimenti sulla stagione invernale o sul futuro, dobbiamo chiarire il quadro: noi cerchiamo di dare tutte le certezze possibili».
La variante Omicron?
«Per ora, ne sappiamo poco. Sappiamo che è contagiosa, ma non quanto comporti in termini di ospedalizzazione. Potrebbe essere drammatica, ma potrebbe anche darci un abbassamento della malattia grave».
Lei è presidente della Conferenza delle Regioni. Ci sono pugni ssconfitti sul tavolo?
«Tra le Regioni il clima è eccellente, con vera solidarietà e comunione d’intenti. Non lo dico per il mio ruolo: era così anche quando il presidente era Stefano Bonaccini. E lo dicono i numeri: la quasi totalità delle decisioni è stata presa all’unanimità».
Anche con il governo c’è tanta armonia?
«Qualche tensione con l’esecutivo c’è stata. Ma, devo dire, soprattutto con i governi precedenti. È chiaro che noi chiediamo chiarimenti sul Pnrr. Ma devo dire che molti ministeri ci coinvolgono direttamente. Così, le cose funzionano in modo assai più rapido ed efficiente. Il che è un beneficio per il paese».
Lei è un grande elettore del presidente della Repubblica. È d’accordo con Matteo Salvini? Meglio che Draghi resti a Palazzo Chigi?
«Non entro nel dibattito, spetta al segretario dettare la linea. Posso dire che io sono convinto che Draghi stia facendo un ottimo lavoro sia sul piano interno che su quello internazionale. Non soltanto lui ha difeso l’Italia, ma ha anche imposto una linea poi adottata a livello europeo. Una cosa molto importante».
Trieste è stato l’epicentro della contestazione no green pass. Oggi il clima quale è?
«Rispetto a qualche settimana fa, va molto meglio. Non significa che non ci siano tensioni, ma noi continuiamo a voler dialogare: puoi prendere la migliore decisione di questo mondo, ma se i cittadini non ti seguono, è inutile. Io, seguo la strada di tentare la riconciliazione anche con chi non si fida dei vaccini».
18 dicembre 2021 (modifica il 18 dicembre 2021 | 21:23)
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Marco Cremonesi , 2021-12-18 20:23:20
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