Il governatore del Veneto: la gente mi vuole bene, il mio futuro non sarà mai un problema
All’improvviso un uomo corpulento si piazza davanti a Luca Zaia in mezzo a via Mazzini, il corso dello shopping di Verona, tra l’Arena e piazza delle Erbe, e gli intima secco: «Fasemo ‘sta Autonomia del Veneto e ti te governi per sempre». Ma quali emendamenti, ma che serve decidere a Roma. Vista da qui, nel cuore dello «Zaiastan» (in onore del 77 % conquistato dal presidente leghista nel 2020), il nodo del terzo mandato è già bell’e tagliato. Anzi, non esiste proprio.
Il braccio di ferro
Se a Roma Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sfidano a braccio di ferro, a Verona, dove il governatore passa tra l’inaugurazione del cantiere della «variante di Grezzanella» a Villafranca e un incontro con gli agricoltori in piazza a Mestre, è un plebiscito a suo favore. «Facciamo una raccolta firme» gli propone una signora. «Ti vogliamo presidente a vita» gli grida un pensionato, tra un selfie con un gruppo di ragazzi («mio papà ha comprato il tuo libro» gli confida uno) e l’altro con una coppia di Bari che tiene a rimarcare: «Anche noi al Sud ti apprezziamo».
Zaia sa bene di essere un risorsa ma anche un problema per Salvini. Perché il governatore è un tutt’uno con il Veneto. E senza il Doge, come tentano di schernirlo gli avversari, la Lega rischia di perdere una storica roccaforte, il suo granaio di voti,…
Author: Cesare Zapperi, inviato a Verona
Data : 2024-02-19 21:08:49
Dominio: www.corriere.it
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