Sul cosiddetto green pass mondiale, hanno già cominciato a circolare le teorie del complotto più disparate. Satanismo, dittatura sanitaria, piano criminale per vendere la salute alle compagnie farmaceutiche sono alcune delle accuse lanciate contro l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unione europea, per aver siglato un accordo sulla salute digitale. Una partnership volta a facilitare lo scambio e l’interoperabilità dei dati sanitari per la ricerca scientifica e lo sviluppo della telemedicina e non a imporre una qualche restrizione alle libertà personali.
I fatti
Ma andiamo con ordine. Lunedì 5 giugno 2023, Stella Kyriakides, commissaria europea per la Salute, e il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, hanno firmato un accordo amministrativo e una lettera di intenti presso la sede dell’Organizzazione a Ginevra, che sancisce l’adozione del sistema di certificazione vaccinale dell’Unione europea, conosciuto in Italia come green pass, da parte dell’Oms.
Questo non significa che sta per venire imposto un nuovo green pass gestito dall’Oms, ma che l’Organizzazione adotterà il quadro tecnico e normativo di riferimento usato dall’Unione europea, per migliorare la circolazione dei dati sanitari secondo standard condivisi. Un sistema che si tradurrà in una specie di libretto sanitario elettronico, come quello fornito in Italia dalle Aziende sanitarie locali, ma verificabile e accettato in tutto il mondo.
In sostanza, si tratta di un’estensione e digitalizzazione del Certificato internazionale di vaccinazione o profilassi, la cosiddetta Carta gialla, necessaria per verificare l’avvenuta vaccinazione contro alcune malattie pericolose e richiesto per l’ingresso in determinati paesi. Una specie di passaporto sanitario, nato nel 1933 in Olanda e adottato dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 1951.
Le precisazioni e le strategie future
Nell’ambito della digitalizzazione di questi dati l’Oms ha specificato che non avrà accesso ad alcuna informazione sanitaria personale, ma manterrà solamente il controllo sulla lista delle chiavi pubbliche usate per verificare l’autenticità di questi documenti, la cui gestione resta affidata ai singoli stati, come già accade per il quadro sanitario di ogni cittadino o cittadina.
L’iniziativa è il primo tassello per implementare la strategia globale di sanità digitale dell’Oms, pubblicata nel 2020, studiata per assicurare migliori trattamenti sanitari in tutto il mondo grazie alle nuove tecniche di telemedicina, che permettono la cura dei pazienti a distanza, anche in contesti difficili e di isolamento.
Inoltre, lo scambio e la circolazione dei queste informazioni consentirà la creazione di una banca dati globale al servizio della ricerca scientifica, che permetterà l’integrazione con altri sistemi e registri per sviluppare nuove cure, nuove politiche sanitarie basate sulle esigenze delle persone e usare l’intelligenza artificiale per accelerare la ricerca.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-06-06 09:55:04 ,