Facebook e Instagram, il piano senza pubblicità è già sotto indagine

Facebook e Instagram, il piano senza pubblicità è già sotto indagine

Facebook e Instagram, il piano senza pubblicità è già sotto indagine


La Norvegia sta intensificando la sua battaglia contro Meta per i dati degli utenti. L’autorità di per la protezione dei dati personali del paese, il Datatilsynet, l’equivalente del nostro Garante della privacy, ha dichiarato che sta già indagando sul nuovo modello di abbonamento senza pubblicità dell’azienda, a meno di una settimana dal lancio del servizio in Europa.

Il colosso di Mark Zuckerberg ha introdotto il suo nuovo piano la scorsa settimana, offrendo agli utenti di Facebook e Instagram che vivono nell’Unione europea (Ue) e in Norvegia, Islanda, Lichtenstein e Svizzera la possibilità di non visualizzare gli annunci pubblicitari a 9,99 euro al mese. Meta ha dichiarato che i dati personali degli abbonati non saranno utilizzati per la pubblicità su Facebook e Instagram. La direttrice del Datatilsynet Line Coll sostiene però che il nuovo modello non rappresenti una vittoria per la privacy. Anche se gli abbonati non visualizzeranno più gli annunci, sottolinea Coll, “Meta continuerà a tracciarvi, a raccogliere i dati. Dal punto di vista della protezione dei dati, è una cosa che mi lascia sconcertata“. Quando le è stato chiesto se dal suo punto di vista l’abbonamento potrebbe essere la base per una nuova causa della Norvegia contro Meta, il capo dell’autorità per la protezione dei dati norvegese ha risposto: “Sì. Stiamo esaminando la questione e ci servono più informazioni sulla soluzione e sui suoi aspetti tecnici“.

Continueremo a raccogliere, memorizzare e utilizzare i dati per fornire agli utenti le esperienze organiche personalizzate che apprezzano su Facebook e Instagram, come i post consigliati e le raccomandazioni degli amici – afferma Matt Pollard, portavoce di Meta. Tuttavia, se gli utenti si abbonano per non ricevere annunci, le loro informazioni non saranno utilizzate per gli annunci“. Pollard aggiunge di non essere a conoscenza della nuova indagine norvegese: “Venire a conoscenza di una questione del genere tramite la stampa ci sorprende“.

La battaglia della Norvegia contro Meta

Sotto la guida di Coll, il garante della privacy norvegese è diventato una spina nel fianco di Meta. Dopo aver lavorato per trent’anni come avvocato specializzato in privacy, Coll è entrata a far parte dell’autorità nell’agosto del 2022. Non si sarebbe mai aspettata di ottenere l’incarico. Quando sei mesi prima le è stato chiesto di candidarsi, ha pensato: “Certo, perché no? Non sceglieranno mai me“.

Ma nel primo anno del mandato di Coll, l’ente regolatore è diventato un critico esplicito del modello commerciale di Meta, e del modo in cui le piattaforme dell’azienda tracciano gli utenti online. Coll ritiene che le persone stiano perdendo la capacità di pensare liberamente o di formarsi un’opinione personale a causa del modo in cui funzionano le piattaforme. “C’è tantissima discriminazione in molti di questi algoritmi. Cementeranno le vostre opinioni. Continueranno a darvi sempre di più quello che già pensate“, dice dal suo ufficio di Oslo. Pollard nega la tesi di Coll e fa riferimento a una ricerca indipendente secondo cui ci sono poche prove che dimostrano che le piattaforme di Meta da sole abbiano “effetti significativi” sulle opinioni politiche e i comportamenti.



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di Morgan Meaker www.wired.it 2023-11-17 05:30:00 ,

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