Author: Germana Bevilacqua
Data : 2023-07-30 13:40:56
Dominio: www.perizona.it
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I social network sanno tutto di noi. A chi non è capitato che su Facebook spuntassero pubblicità di prodotti che abbiamo anche solo nominato durante una conversazione con un amico a un bar. Magari in quel momento il cellulare era sul tavolo e noi stavamo chiacchierando del più e del meno. Ed ecco che appena riapriamo i social network veniamo tempestati da post su cose e prodotti che abbiamo menzionato. Sin dalla loro nascita i social fanno discutere specialmente per il trattamento dei dati degli utenti. Facebook negli ultimi anni ha dovuto rispondere in tribunale di numerose accuse di spionaggio. Eppure ancora oggi Facebook può capire quando abbiamo rapporti intimi. Non si sa bene come i social network controllino gli utenti o meglio come gestiscano i dati di chi è iscritto su queste piattaforme. I colossi come Meta utilizzano degli algoritmi che permettono di personalizzare l’esperienza di un utente, andando quindi a proporre i contenuti che più preferisce.
Il tutto sarebbe da ricondurre ad alcune applicazioni: Maya e Mia Fem
Sono diverse le tecniche di controllo che vengono utilizzate. Secondo diversi governatori degli Stati Uniti, TikTok ad esempio sarebbe utilizzato da parte del governo cinese per spiare i cittadini statunitensi. Un’accusa pesante che ha portato alcuni stati addirittura a bandire il social. Oggi invece al centro della polemica c’è Facebook, che potrebbe capire anche quando abbiamo rapporti intimi. Il tutto sarebbe da ricondurre ad alcune applicazioni. Stiamo parlando di due app come “Maya” e “Mia Fem” che sono utilizzate per il controllo del ciclo mestruale. Gli utenti che l’hanno scaricata condividono quindi tutti i dettagli della loro vita intima sia su queste piattaforme che su altre società interattive. Ecco allora che inserendo i propri dati si andrebbero a condividere delle informazioni sensibili. Tra le informazioni c’è anche quando è avvenuto l’ultimo rapporto intimo, il tipo di contraccettivo usato, ma anche l’umore e l’ovulazione della donna. Ecco che inserendo queste informazioni sulle app, esse vengono poi immagazzinate nel software chiamato “Development Kit”, con gli sviluppatori che potranno utilizzarlo per controllare e monetizzare dei sistemi operativi specifici.
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Facebook: “Il sistema pubblicitario non sfrutta le informazioni raccolte su altre app o siti web”
Tutto questo avviene attraverso la rete pubblicitaria di Facebook, che permette di avere traccia dell’analisi dei dati. Ma chi ha scoperto la pericolosità di queste app? E’ stata Privacy International, secondo il quale Maya e MIA condividono questi dati con il social di Meta. Basta infatti avviare l’applicazione e scatterebbe immediatamente la condivisione delle informazioni prima ancora di firmare l’apposito modulo della politica sulla privacy, garante della sicurezza dell’iscritto. Il portavoce di Facebook Joe Osborne ha affermato che gli inserzionisti non avrebbero accesso alle informazioni sanitarie sensibili condivise. Inoltre, il sistema pubblicitario della nota piattaforma “non sfrutta le informazioni raccolte dall’attività delle persone su altre app o siti web”. Facebook ha anche dichiarato che, sebbene disponga di sistemi atti a rilevare ed eliminare automaticamente dati importanti come numeri di previdenza sociale e password dalle app, la società sta “cercando ulteriori modi per migliorare il sistema/prodotti e per rilevare e filtrare più tipi di dati potenzialmente sensibili“.
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Germana Bevilacqua , 2023-07-30 13:40:56 ,