Ha ammesso le colpe, la malattia, quella ludopatia che per anni si è aggirata come un’ombra negli spogliatoi delle squadre senza che nessuno dicesse nulla. Ha patteggiato uno sconto di pena rilevantissimo, per “rieducarsi” e aiutare a rieducare ragazzi come lui: in questo senso, la Federcalcio e il presidente Gabriele Gravina hanno avuto un ruolo centrale nel patteggiamento riabilitativo, con l’idea di recuperare il ragazzo.