Le divisioni che circa due anni fa portarono al clamoroso ribaltone nel consiglio dell’ordine degli avvocati di Nola non sono mai state superate. Neanche con l’insediamento di un nuovo presidente. Così la scorsa notte, al termine dell’ennesima infuocata seduta, la maggioranza di esponenti del Coa, tra cui quelli a sostegno del presidente Ciro Sesto – in carica dal maggio del 2020 -, ha rassegnato le proprie dimissioni. Determinando, di fatto, lo scioglimento dell’intero consiglio che s’era insediato nella primavera del 2019 con Domenico Visone presidente e che un anno dopo aveva già dovuto digerire la prima crisi interna. Nonostante i tentativi di «ricucire» gli strappi, con la carica di presidente affidata poi all’avvocato ottavianese Ciro Sesto, i malumori non sono passati. A gettare la spugna sono stati Domenico Visone, avvocato sangiuseppese ed ex presidente del Coa di Nola, Carmine Amatucci, Ciro Barone, Lucio Barbato, Francesco Boccia, Raffaele Curcio, Caterina Miranda, Rossella Montano, Annalisa Sebastiano, Gian Vittorio Sepe, Arcangelo Urraro e Maria Viscolo. Ancora una volta la gestione della Fondazione Forense di Nola è finita al centro della faida interna al consiglio, tra accuse – più o meno velate – e tentativi mai sanati di provare a portare a termine la consiliatura. In una nota i «golpisti» hanno spiegato le motivazioni della propria scelta. «Si giunge a tale determinazione dopo aver provato insistentemente, per un lungo periodo di tempo, sia all’interno dei lavori consiliari che nelle sedute di Commissione, a dare impulso e stimolo alla “azione di Governo” per renderla pit) incisiva nell’interesse della Classe Nolana, proprio nel momento in cui il nostro Foro esprimeva, con gioia, il Presidente Nazionale Forense e poteva essere da faro per il raggiungimento di obiettivi migliori per l’Avvocatura. – si legge in un comunicato – Ciò non è avvenuto. Le ragioni sono da ritrovarsi nella “chiusura” e “miopia” di una parte dell’Ufficio di Presidenza, fondata unicamente su preconcetti nei confronti delle pur valide idee che provenivano da altri componenti del Consiglio. Immobilismo generale, mancanza di trasparenza, accentramento delle decisioni, si sono tradotte nella incapacità gestionale della risoluzione della vicenda relativa alla Fondazione Forense di Nola, della problematica legata al dipendente ed alle conseguenti disfunzioni nell’organizzazione dei migliori piani formativi da sempre fiore all’occhiello della Scuola Bruniana. Incomunicabilità che si e tradotta e manifestata plasticamente nell’improvviso ed inspiegabile abbandono dell’aula consiliare nel corso dei lavori dell’ultima seduta odierna da parte del Presidente Ciro Sesto, del Segretario e del Tesoriere». Per l’ordine degli avvocati di Nola adesso è già tempo di pensare a nuove elezioni, dopo la burrascosa gestione degli ultimi due anni e mezzo caratterizzata da faide interne, ricorsi al Tar e pochi provvedimenti presi per l’ordine bruniano.
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di Andrea Ripa
www.metropolisweb.it
2022-02-04 10:00:50 ,