l’editoriale
Mezzogiorno, 12 febbraio 2022 – 09:56
Fuori onda e fondi da utilizzare
di Rosanna Lampugnani
«Sud, Sud, Sud», si lamenta il sindaco milanese di centrosinistra Beppe Sala con il governatore lombardo di centrodestra Attilio Fontana. Al centro della chiacchierata fuori onda, rilanciata da tutte le piattaforme, è il Pnrr con i suoi fondi e le difficoltà a “mettere a terra” – ormai una formula inscindibile dall’acronimo del Piano nazionale di ripresa e resilienza – i progetti. E par di capire che sindaco e presidente si lamentino con il governo che, aggiunge Sala, non fa chiarezza in merito e dunque, nelle more, «dobbiamo farci un po’ più furbi su questa cosa e fare un po’ più di sistema fra tutti». Ma sistema con chi? Tra lombardi, ovviamente, anche se collocati in differenti caselle politiche.
Ecco, ancora una volta, nonostante l’appello applauditissimo del presidente Sergio Mattarella, Nord e Sud si apprestano disuniti alla lotta alle disuguaglianze, alle arretratezze del Paese, alle difficoltà di accedere con progetti precisi e validi ai 209 miliardi del Pnrr. Difficoltà che però, a sentire le parole di Fontana, non sono solo dei Comuni meridionali se persino Busto Arsizio «che fa? E non è un Comune piccolo». Anzi, è una ricca realtà della ricca provincia varesina e conta 83 mila abitanti, più o meno come Brindisi o come Torre del Greco. Da un lato, dunque, le città più grandi e pronte a rispondere ai requisiti del Pnrr – Fontana lo riconosce a Milano – dall’altro lato le più piccole che non hanno nemmeno il personale tecnico per preparare un bando, come recentemente il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha spiegato al Corriere del Mezzogiorno. Da un lato i territori più ricchi e ben infrastrutturati, dall’altro i più poveri e senza ferrovie e strade.
Le cause di ciò sono antiche e molteplici e nessuno può scrollarsene le responsabilità di dosso, tanto meno gli amministratori meridionali che nei lustri non hanno utilizzato al meglio i miliardi dei fondi strutturali ottenuti da Bruxelles. Basti dire che dell’ultima pianificazione 2014-2020 l’Italia ha usato il 58% delle risorse, contro il 66% della Francia e il 62% della Germania. Ma l’Italia può permettersi ancora divisioni, contrapposizioni territoriali? Può ancora discettare di Nord e Sud con semplificazioni e approssimazioni? Certamente no e dunque piuttosto che rifugiarsi nei vecchi stereotipi si discuta con i fatti e nel merito e i progetti di Milano si confrontino con quelli di Napoli e di Bari; i progetti lombardi con i pugliesi e campani. E poi, il governo faccia sintesi, Draghi faccia sintesi, spiegando ancora una volta che il Mezzogiorno non è una palla al piede, non è «Sud, Sud, Sud». Ma naturalmente sta ai meridionali dimostrarlo.
12 febbraio 2022 | 09:56
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, 2022-02-12 08:56:38
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