Si può litigare, a volte si deve, ma bisognerebbe imparare a farlo nel modo più sano possibile. Per rifletterci su, potremmo partire da due aspetti: uno semantico e uno ontologico. Spesso quando si litiga con l’altro riaffiorano trigger, schemi, si cercano significati, test, ruoli, ragione o torto.
Ho visto di recente in un reel un tizio che proponeva una cosa molto interessante: invece di dirsi “tu hai sbagliato per questo e io ho ragione per quest’altro”, sarebbe preferibile dirsi “io ho sbagliato questo, tu hai fatto giusto questo”, vicendevolmente. Importa riconoscenza, introspezione, e disinnesca l’attacco, riportando alla natura contrattuale della discussione o litigio. Stesso leit motiv, utilizzare più l’”io” che il “tu”, che nel pratico sarebbe “mi sono ascoltato così quando mi hai detto questa cosa” invece che “mi fai sentire così”, in modo tale da far luce sulle emozioni provate, togliendo spazio a una responsabilizzazione potenzialmente dogmatica.
Relativamente all’aspetto ontologico, è importante ricordarsi perché si litiga. Spesso è comunicazione, bisogni non ascoltati, differenze, gelosia, insicurezze, controllo. Tutti aspetti, che se si riduce la questione all’osso, manifestano l’intenzione di riassestare la relazione in un’omeostasi soddisfacente e serena, per stare bene insieme. Quindi si potrebbe assumere che tendenzialmente si litiga per stare in modo migliore, e restare nella relazione.
Altro lato, una della sensazioni più comuni quando si litiga è quella di perdita dell’altro, a causa nostra, dell’altro o di entrambi. Ma se la discussione e il litigio si convertono nella ricostruzione di ciò che non va, questa paura può non esacerbare il litigio. In un altro reel ho visto una coppia che metteva i cappellini da festa di compleanno quando litigava per smorzare la drammaticità della questione e ricordare la collusione. Idea bellissima ma non so quanto sia automatico e immediato indossarli quando parte il primo “hai fissato il culo a quella per quaranta secondi”. Quindi magari si può litigare abbracciati o tenersi la mano, per ricordarsi che ci si ama e sta accadendo questo momento scomodo anche per quello, e che può avere una svolta positiva. Insomma, ricordarsi dell’amore quando l’amore sembra meno solido.
Come capire e sostenere il passaggio tra innamoramento e amore?
Eoneren
L’innamoramento è un’esplosione di ossitocina, catecolammine in generale, serotonina e arrapamenti vari e frequenti.
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di Livio Ricciardi www.wired.it 2025-03-14 09:00:00 ,