Nel governatore campano niente è spontaneo, neanche la più spontanea delle rabbie: la giornata di manifestazione a Roma contro il governo era programmata da tempo esattamente per «far casino»
Il «partito di De Luca», che un giorno potrebbe anche chiamarsi «Lega campana», ha fatto le sue prove generali nella Roma dei palazzi del potere. Un corteo di sindaci che chiedono fondi e patti di coesione al governo e sfidano il ministro Fitto, prudentemente andato in Calabria insieme con la premier Meloni a firmare proprio uno di quei patti. Primi cittadini con la fascia tricolore che fronteggiano le forze dell’ordine col piglio di manifestanti No tav. E che ci tengono a precisare — lo ha detto uno di loro — che con la Schlein non c’entrano nulla: «Noi non siamo per il Pd ma per De Luca, se non si candida lui noi ce ne andiamo. Se fosse stato per la Schlein non saremmo venuti».
A vedere il filmato in cui il governatore italiano più somigliante a Crozza affronta viso a viso un funzionario di polizia che gli vieta l’irruzione a Palazzo Chigi e gli dà del «pinguino», vengono in mente i versi di Pier Paolo Pasolini, che solidarizzava con i poliziotti invece che con i manifestanti durante gli scontri del 1968 a Valle Giulia. E sì, perché in De Luca niente è spontaneo, neanche la più spontanea delle rabbie. Questa giornata era infatti programmata da tempo esattamente per «far casino». Cosa che avrebbe dovuto sconsigliare ai…
Author: Antonio Polito
Data : 2024-02-16 19:07:20
Dominio: www.corriere.it
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