L’FBI sta indagando su un fondo di venture capital statunitense che ha utilizzato denaro cinese per diventare uno dei primi investitori della Silicon Valley: l’ipotesi è che questo abbia permesso a Pechino di ottenere i segreti delle start up. Hone Capital, con sede in California, è stata lanciata nel 2015 con 115 milioni di dollari del capitale iniziale di un gruppo cinese di private equity e ha investito in 360 start up statunitensi in meno di tre anni. Lo scrive il Financial Times.
L’FBI sta verificando se Hone Capital abbia avuto accesso a informazioni sulla tecnologia, sulle finanze o sui clienti delle start-up a vantaggio del suo proprietario con sede a Pechino o delle autorità cinesi, hanno detto diverse persone vicine alla vicenda.
Queste persone hanno affermato che durante le interviste dell’FBI sono state sollevate preoccupazioni sul fatto che alcune delle società di Hone Capital abbiano un contratto per fornire servizi al governo degli Stati Uniti e che parte del denaro di Hone potrebbe provenire da fondi del governo cinese. L’FBI ha rifiutato di interpretare.
L’indagine arriva in mezzo alle continue tensioni tra Stati Uniti e Cina che hanno visto le aziende statunitensi ritirarsi dal paese e hanno visto cambiare il clima a Silicon Valley: per anni terra di conquista per gli investimenti cinesi ora sotto la lente delle autorità americane che sospettano fini di spionaggio. A luglio, il National Counterintelligence and Security Center degli Stati Uniti ha avvertito le start-up che gli avversari esteri, inclusa la Cina, stavano utilizzando gli investimenti per acquisire dati sensibili e minacciare la sicurezza nazionale. Questa indagine si inquadra in questo filone.
Gli agenti dell’FBI hanno ascoltato persone che hanno lavorato a o con Hone Capital nell’ultimo anno e hanno interrogato i fondatori di alcune start-up che hanno ricevuto investimenti sul rischio che la loro proprietà intellettuale potesse essere trasferita alla Cina.