«Buongiorno a tutti amici fratelli sorelle io vi voglio bene a tutti». Ecumenico, non molto interessato all’uso della punteggiatura, prolifico di video, dirette e post. Al centro dei suoi interessi solo due temi: vaccino contro il Coronavirus e Green pass. Filippo Accetta, 51 anni, si presenta sulla sua pagina Facebook da oltre 45 mila follower come lo Stefano Puzzer di Palermo. Anche lui come Puzzer viene da altre battaglie, negli anni scorsi è stato prima leader dei disoccupati, poi degli ambulanti, poi ancora dei No Green pass e ora dei No Vax. Accetta è una delle tre persone fermate per il caso delle false vaccinazioni alla Fiera di Palermo. Secondo le indagini condotte dalla Digos insieme a Giuseppe Tomasino e all’infermiera Anna Maria Lo Brano avrebbe organizzato una serie di finte iniezioni per distribuire Green pass validi anche ai No vax. Costo di ogni certificato: 400 euro.
La carriera di un No vax
Accetta ha attraversato tutte le proteste degli ultimi mesi, come testimoniano le decine di video che si possono trovare sulla sua pagina Facebook. Il 9 ottobre era a Roma nella piazza da cui poi è partito l’attacco alla Cgil. Dal palco, microfono in mano, urlava: «Con questo cazzo di Green pass stanno facendo morire migliaia e migliaia di padri di famiglia perché non potranno sfamare più i loro figli. Noi siamo la maggioranza. Siamo qua!». E poi ancora, il 17 ottobre davanti al Molo 4 di Trieste, durante la manifestazione che ha battezzato Puzzer come uno dei leader del movimento. Qui Accetta ha documentato tutto quello che stava succedendo con una serie di video, con tanto di coro: «La gente come noi non molla mai». Sempre su Trieste, Accetta era pronto ad andare alla manifestazione prevista per il 23 ottobre che poi è stata annullata proprio da Puzzer:
«Questo è importante che voi lo sappiate ma cosa sta succedendo e cosa c’è sotto non si sa a breve lo scopriremo e si comunica a me mi è stato impedito da altri organizzatori di andare a Trieste insieme ad altri dopo che da Palermo ero arrivato a Roma buona notte a tutti»
I
primi passi con il movimento degli ambulanti
Prima di questa inchiesta, il nome di Filippo Accetta era già comparso nelle cronache nazionali. Nel febbraio 2021 agenzia di stampa Vista ha pubblicato un suo video in cui Accetta urlava in lacrime: «A me sarebbe stato più facile rubare per campare la mia famiglia. Ho deciso di umiliarmi e decessificarmi per dimostrare che la giustizia. Sono una padre di famiglia che avete distrutto psicologicamente». Prima di dedicarsi all’attivismo, Accetta lavorava come ambulante con il suo furgone Sapori di Palermo. Ad aprile 2021 aveva spiegato al quotidiano Il Giornale che dopo un anno di fermo dal lavoro gli erano arrivati solo 1.200 euro di ristori. Un punto su cui aveva attaccato il governo: «Ho preso 1.200 euro come partita Iva. Poi nulla. Se chi sta al governo non va a vedere la sofferenza delle persone non può comprendere. Io devo sopportare le lacrime dei miei figli. Ci stanno distruggendo. Noi chiediamo solo di lavorare seguendo le regole. Ho tre furgoni fermi, l’assicurazione non la posso pagare. Ho l’affitto di mille euro al mese per un capannone che non riesco a sostenere ormai da mesi».
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Scritto da Valerio Berra perwww.open.online il 2021-12-21 09:13:49 ,