Nella manovra Finanziaria 2024 del Governo c’è una novità che impatterà sulle società di calcio e sul mercato. La stretta sugli sconti fiscali per i lavoratori che arrivano dall’estero resta (il famoso Decreto Crescita), ma non vale per tutti. Perché nella manovra è stato stabilito “un nuovo regime agevolato per i lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di 5 anni. L’agevolazione consiste in una riduzione della tassazione del 50%, per un reddito fino a 600mila euro. Il requisito è che abbiano una elevata qualificazione o specializzazione e che non siano stati residenti in Italia negli ultimi tre anni. Questo il testo del Governo: “Ai lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia sarà riconosciuto, dal 2024, un nuovo regime agevolato per un massimo di 5 anni. Potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50 %, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro, i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che non risultano essere già stati residenti nel nostro Paese nei tre periodi d’imposta precedenti al conseguimento della residenza”.
Gli effetti sul calcio
La stretta avrà inizio il 1° gennaio 2024. Rimanendo al calcio, i giocatori che erano già in Italia nella stagione 2022-2023, mantengono la propria agevolazione. Il provvedimento impatta invece sui nuovi arrivati dall’estero. E impatterà notevolmente sulle strategie future dei club. Il Decreto Crescita ha reso molto più agevole l’acquisto di calciatori che non hanno risieduto in Italia nei due anni precedenti – e che sarebbero rimasti in Italia per almeno due anni dopo il tesseramento. La tassazione sul lordo dell’ingaggio sarebbe stata del 25% anziché del 45%.
Storia del Decreto crescita
In Italia il Decreto Crescita è entrato in vigore nel gennaio del 2017 con una legge (la 24bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) che agevola in termini fiscali una nuova residenza nella Penisola e permette a tutte le persone con alto reddito che si trasferiscono in Italia (o agli italiani che hanno trascorso almeno 9 anni sugli ultimi 10 all’estero), di applicare una tassa fissa di 100mila euro di tutti i proventi da fonte estera per un limite massimo di 15 anni.