«Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5s dobbiamo stare dalla stessa parte, se ci sarà una rottura o una distinzione, perché un appoggio esterno è una rottura, per noi porterà alla fine del governo e all’impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale”. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini lancia un avvertimento ai Cinque Stelle chiudendo l’incontro nazionale di AreaDem, a Cortona. E lo fa alla vigilia dell’incontro di Conte con il premier Draghi quando dovrà decidere se uscire dalla maggioranza magari scegliendo l’appoggio esterno.
Se 5S non appoggiano Governo è rottura con il Pd
Per il ministro Franceschini tra le voci più importanti del Pd in caso anche di appoggio esterno dei grillini ci sarà rottura del patto giallo-rosso: «Le alleanze saranno per una legislatura, non per sempre, non un’alleanza che punta a diventare partito. Questo ci aiuta con i cinque stelle, un’alleanza che punta a un programma, ma che si ferma a un’alleanza». Poi il ministro dei Beni culturali fa un appello a Draghi e Conte perché in vista del loro vertice di domani mettano sul tavolo «elasticità, hanno in mano il destino della prossima legislatura, servono generosità ed elasticità». E guardando alle elezioni del 2023 avverte: «Penso che vincere sia possibile, la mobilità degli elettori è totale, abbiamo lo spazio di convincere, di andare a vincere e battere la destra».
Riforma della legge elettorale: «Proporzionale fa chiarezza»
Un eventuale rottura con i Cinque Stelle segnerebbe anche la fine delle riforme a cominciare da quella sulla legge prorporzionale che per Franceschini è invece importante: «Io penso che il tema del proporzionale e maggioritario non è solo di convenienze, ma di prospettive. Il maggioritario – chiarisce il ministro dei Beni culturali – spinge a creare le barriere, blocca i processi evolutivi, mentre il proporzionale fa chiarezza, alleanze meno omogenee ma che possono costruire programmi. Sarà difficile cambiare la legge elettorale ma dobbiamo provarci fino in fondo».
L’invito a tornare nel Pd a Speranza e Bersani
«È ora che Speranza e Bersani tornino nel Pd, serve un percorso di ricomposizione, l’allargamento passa anche attraverso un perscorso di ricomposizione», questo l’invito che arriva sempre da Dario Franceschini in chiusura dell’incontro nazionale di AreaDem, a Cortona. «Se le correnti sono i luoghi in cui si pensa e discute, ci si aggrega intorno alle idee alle leadership, allora sono il bene del partito e mi dispiace che un segretario nazionale se ne sia andato denunciando il mal delle correnti, ma capita di sbagliare», ha aggiunto ancora il ministro dei Beni culturali. Che sullo ius scholae non ha dubbi: «È irrinunciabile, non ci può essere richiamo a niente, è una battaglia di civiltà che aspetta da troppo tempo, andremo in Parlamento a vedere chi si prende la responsabilità».