Per il leader di Sinistra Italiana e la moglie la stessa passione politica
«Credo sia stata l’unica volta di Nicola Fratoianni in tight e papillon — scherza la moglie, Elisabetta Piccolotti —. Anche perché si è sposato una volta sola, che io sappia…». Era il 3 settembre 2019, Palazzo Trinci a Foligno, la città dove risiedono. Matrimonio civile dopo 10 anni di fidanzamento e un figlio, Adriano, che oggi ha 9 anni. «Nicola elegantissimo e io pure, in bianco, ma con sotto i pantaloni» si schermisce lei. Officiante Nichi Vendola con la fascia tricolore, mentre a Roma nasceva il Conte II. Tra gli invitati, «molta sinistra alternativa»: Fausto Bertinotti, Paolo Cento, Fabio Mussi, la scrittrice Michela Murgia.
Dieci anni di differenza tra loro due, «a dimora cucina lui», la prima volta che si videro fu al G8 di Genova nel luglio 2001, «io avevo 18 anni, Nicola 28, entrambi nei Giovani Comunisti». Ma Elisabetta non ha gran voglia di continuare, «dai giornali di destra ricevo attacchi sessisti, qualunque cosa faccia è perché sono la moglie di Fratoianni…». Lei è stata portavoce dei Giovani Comunisti e ora è nella segreteria nazionale di Sinistra italiana, cioè accanto al marito che ne è il segretario. Perciò figuriamoci. Qualcuno ha perfino insinuato che per siglare l’accordo col Pd, Fratoianni, pisano come Letta, abbia preteso dal segretario dem un posto in lista per lei. Ma Elisabetta taglia corto: «É solo un accordo tecnico, per togliere parlamentari alle destre».
E lui? Deputato alla Camera dal 15 marzo 2013 (con Sel, Sinistra Ecologia Libertà), già dirigente di Rifondazione comunista, ai tempi del G8 di Genova Fratoianni per gli amici era solo «Fraz». E Beppe Caccia, che era con Luca Casarini nelle Tute Bianche, lo ricorda allo Stadio Carlini, «dove noi tutti campeggiavamo», impegnato in mille discussioni con loro e con quelli della Rete del Sud Ribelle, finché si trovò «la convergenza» e nacquero così i Disobbedienti, pietra miliare del movimento italiano no global. Non c’è dubbio che Genova sia rimasta nel cuore del leader di Si. In vena di amarcord una volta disse: «Mi capita spesso ripensando a quei giorni di sentire nelle narici l’odore dei gas lanciati ovunque, gli elicotteri e il rumore dei manganelli sugli scudi… Ma le ragioni di allora, le diseguaglianze, sono ancora davanti a noi».
Quattro anni dopo, nel 2005, fu proprio Fratoianni a convincere Nichi Vendola a candidarsi a governatore della Puglia: «Una grande intuizione, la primavera pugliese cominciò così», chiosa Elisabetta. Con Beppe Caccia e Luca Casarini non si sono più persi di vista. Quando loro diedero vita al progetto Mediterranea saving humans, nel Canale di Sicilia per salvare i migranti, Fratoianni s’imbarcò anche lui sulla nave Mare Jonio: «E Nicola è davvero un grande cuoco, ma a livello gourmet — conferma Beppe Caccia —. Lo ricordo in mezzo a una tempesta nel novembre 2018 che friggeva melanzane per un’indimenticabile pasta alla Norma…». Sui migranti Fratoianni ha battagliato molto con l’ex ministro leghista dell’Interno Matteo Salvini: durante un question time il 3 luglio 2019 gli disse «lei sta rosicando» perché il gip di Agrigento aveva appena scarcerato la «Capitana» della Sea Watch, Carola Rackete. Su quella barca, pochi giorni prima, era salito anche lui con altri parlamentari per verificare le condizioni dei naufraghi. Nel 2015 — ricorda l’amico Beppe — andammo pure a Francoforte alla grande manifestazione no global contro il nuovo grattacielo della Bce, «dove dentro c’era Mario Draghi, vi dice niente questo nome?».
Fratoianni era là come parlamentare per tutelare i manifestanti italiani arrestati dalla polizia e comunque ormai è noto che all’«agenda Draghi» preferisca «l’agenda Greta» e le battaglie della Thunberg sul clima. «A sensibilizzarlo molto — racconta la moglie — ci pensa nostro figlio Adriano. L’altro giorno gli ha detto: “Papà senti che caldo, bisogna fare qualcosa…”».Tifoso dell’Inter, amante di Battiato, il leader di Si è anche piuttosto presente sui social: Facebook, Twitter, Instagram. Una volta postò una foto di lui con un grembiule rosso e due pescioni in una teglia pronti per essere infornati. Era una vigilia di Natale. Beffardo un follower gli scrisse: «Di rosso ormai è rimasto solo il grembiule. Buone feste».
7 agosto 2022 (modifica il 7 agosto 2022 | 15:45)
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Fabrizio Caccia , 2022-08-07 13:45:15 ,