Berlino – Se quella dei primi anni Duemila è stata definita la generazione Ryanair, quella del futuro potrebbe essere legata a un treno. Magari un Frecciarossa. Questa la scommessa delle Ferrovie dello Stato e della controllata Trenitalia con il nuovo Frecciarossa 1000, presentato nella mattinata di mercoledì 25 settembre a Berlino a Innotrans, tra le principali fiere al mondo dedicate ai trasporti.
Sedute comode, più attenzione all’ergonomia, spazio più ampio per i bagagli e un balzo in avanti sul fronte della sostenibilità per questa macchina dal costo di trenta milioni di euro nata dalla collaborazione tra Trenitalia e Hitachi. Il nuovo treno sarà prodotto in due stabilimenti della casa giapponese nella Penisola, quello di Napoli e quello di Pistoia, e omologato per viaggiare a una velocità di 350 chilometri all’ora. L’azienda specifica che sarà costruito per il 97% con componenti riciclabili e vanterà consumi più bassi del predecessore. Entrerà in servizio alla fine del 2025.
Unire l’Europa con le ferrovie
Il nuovo Frecciarossa 100o è stato progettato per poter operare, e quindi essere venduto, in almeno sette-otto Paesi europei. In Spagna, dove già opera il vecchio Etr 1000, in Francia, e poi in Germania. L’ad di Trenitalia Luigi Corradi non si sbilancia oltre. “Mi piace procedere passo dopo passo” dice a Wired seduto sulle comode poltrone della classe executive, “e la Germania è già un scontro importante: per il momento ci focalizzeremo su quello”.
L’integrazione ferroviaria in Europa per il trasporto passeggeri è rimasta ferma agli anni Novanta. Forse, sussurra qualcuno, è addirittura peggiorata. Ci sono questioni tecniche legate al materiale rotabile, certo; ma alla base ci sono ragioni di matrice politica, legati alle gelosie nazionali e aziendali. Va decisamente la parte migliore per le merci.
Quali sono i principali problemi legati all’interoperabilità tra Stati? chiediamo a Corradi. Il dirigente stempera. “Dal mio punto di vista, i problemi principali sono tecnici e di infrastruttura: trovare lo spazio, piuttosto, avere le ‘tracce’ [i binari, ndr]. Ottenere concretamente la possibilità di entrare in un altro Paese significa chiedere al gestore dell’infrastruttura di quello Stato degli slot per poter operare, perché un po’ in tutto il mondo le linee sono sovraccariche di treni”. “Poi – aggiunge il manager – ci sono sistemi di segnalamento diversi, tensioni differenti, e questo pone la necessità di avere treni come il nuovo Frecciarossa, disegnati già dall’inizio per funzionare con modalità differenti. Su questo treno, per esempio, possiamo montare praticamente tutti i sistemi di segnalamento esistenti in Europa”.