Non un qualunque sciopero del venerdì. Oggi i ragazzi di Fridays For Future scioperano per il clima a Milano: in testa al corteo, questa volta, ci sono la giovane attivista svedese Greta Thunberg, l’ugandese Vanessa Nakate, inventrice di Rise Up, e centinaia di giovani provenienti da tutto il mondo. È uno degli eventi di punta dello Youth4Climate, la conferenza del clima dei giovani che ha preceduto il Pre-Cop26 e si è svolta da mercoledì al MiCo di Milano. Per l’occasione, 400 ragazze e ragazzi under 30 selezionati in qualità di delegati di 196 paesi del mondo sono arrivati in Italia per produrre un documento – quello che vuole per esempio la decarbonizzazione come inderogabile entro il 2030 – girato poi ai ministri radunati nel Pre-Cop sempre a Milano in vista della Cop26 di Glasgow.
Molti di quei giovani, dal Brasile sino alla Papua Nuova Guinea, prima di ripartire per i loro Paesi stanno partecipando allo sciopero milanese per ribadire agli occhi del mondo che è tempo di “smettere con il bla bla bla e passare all’azione”, come ha detto Greta. La stessa 18enne svedese ha postato sui social i primi dettagli della manifestazione: a Milano gli studenti si sono ritrovati in due punti, uno in partenza da Piazza Venezia e l’altro da piazzale Lotto, alle 8.45, per poi confluire tutti in Piazza Cairoli, dove Greta, Vanessa e altri dovrebbero prendere la parola.
Un gruppo di attivisti le circonda per proteggerle dal tentativo dei giornalisti di strappare loro una dichiarazione da parte della stampa. Lo sciopero si svolge alla vigilia, domani, della fine della PreCop26 in cui i ministri internazionali radunati a Milano tireranno le somme di quanto raccolto durante gli ultimi tre giorni di confronti in vista dei negoziati sul clima scozzesi. Il 22 ottobre, a pochi giorni dalla Conferenza sul Clima, ci sarà poi un nuovo sciopero globale.
Gli slogan
Sulla piazza tanta musica e lo slogan ripetuto: “Tutti in piazza per l’ambiente”. Verso Piazza Affari il corteo dà voce alle critiche ribadite nei giorni scorsi al ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Dopo aver intonano “Bella ciao”, tutti a saltellare al ritmo di “Chi non salta Cingolani è”. Davanti alla sede della Borsa, dopo la protesta di ieri sera, ci sono ancora le tende degli attivisti di ‘Rise up 4 climate’ e di altre sigle della ‘Climate justice platform’. Gli ingressi a Palazzo Mezzanotte sono tuttora sbarrati con balaustre e reti metalliche. Sulla facciata campeggia sempre lo striscione ‘O la borsa o la vita’, mentre sotto l’insegna ‘Borsa’ è comparsa una bandiera del Movimento No Tav.
Dopo aver immerso le mani nella vernice rossa i manifestanti hanno imbrattato i muri del palazzo, a simboleggiare gli affari sporchi di sangue. Di fronte alla sede dell’Unicredit in piazza Edison, cinque attivisti si sono staccati dal corteo e hanno imbrattato con della vernice nera il cortile di fronte alla banca ed esposto un cartello con scritto “UniCredit si arricchisce con armi e petrolio”.
Replicheremo lo Youth4climate
Proprio il ministro ieri, affiancato dal presidente della Cop26 Alok Sharma, a Milano in una conferenza di chiusura ha fatto un punto finale sullo Youth4Climate, primo evento internazionale di tale portata durante la pandemia e, spiega il ministro, “punto di partenza per nuovi summit dei giovani. È stata una tre giorni difficilissima da organizzare, ma siamo molto soddisfatti per quanto raccolto. I ragazzi sono stati eccezionali, in così poco tempo, a produrre un documento sintetico con punti chiave che assicureremo di portare alla Cop26”.
Sia per Cingolani che per Sharma, la conferenza sul clima appena conclusa al MiCo di Milano porta ad alcune decisioni: sia quella di ripetere ad ogni Pre-Cop un summit solo dedicato ai ragazzi, sia di formare un team di giovani delegati che in rappresentanza di tutti i 400 presenzierà ai negoziati della Cop26. Un modo per coinvolgere con una partecipazione attiva i “giovani nel dibattito dei grandi”.
Sempre a termine della tre giorni, il ministro ha specificato che i problemi maggiori raccontati dai ragazzi radunati a Milano sono oggi “l’ineguaglianza globale e l’ingiustizia climatica. Molti ragazzi vengono da Paesi dove manca l’acqua o l’elettricità. Come possiamo parlare loro di transizione energetica? Per farlo dobbiamo accorciare le divisioni tra Paesi, dai gap tecnologici a quelli economici. Serve più giustizia climatica”. Un punto su cui concordano per esempio ragazzi e ministri sarà proprio quello di affrontare la crisi climatica in maniera locale, tentando di risolvere i problemi dei vari territori e diminuire le differenze.
In chiusura il ministro, anche in risposta alle accuse di limitarsi ai “bla bla bla” fatte da Greta, ha invitato tutti i delegati a “giudicarci fra un anno”, a vedere in sostanza se le richieste dei ragazzi saranno state ascoltate o meno. Per il presidente della Cop26, Alok Sharma, i ragazzi a Milano “hanno detto la verità, bisogna fare di più e più in fretta. Ci hanno dato tantissimi spunti: ora chiedo che i governi rispondano e ascoltino, nelle varie nazioni, i dubbi e le esigenze delle nuove generazioni”.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2021-10-01 09:08:07 ,
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