La disoccupazione incalza anche se il lavoro c’è: viene solo accollato a poco personale che si ritrova con una mole di lavoro soverchiante e uno stipendio non proporzionato, come nel caso degli infermieri del reparto psichiatrico dove lavora Gaz, costretti a sedare i pazienti perché il personale arruolato non basta a prendersi cura adeguatamente di loro. Una mamma curda col figlio tredicenne viene sballottata da un alloggio per esuli all’altro per mancanza di locali riservati ai rifugiati politici, e la scuola gestita da Jean cade letteralmente a pezzi per mancanza di fondi. Ciascun episodio si focalizza su uno dei protagonisti, portando avanti, contemporaneamente, le linee narrative degli altri, ma non è allegramente corale come nel film. C’è una spiccata mancanza di compattezza narrativa e di registro tra un episodio all’altro, di volta in volta ilare o dolorosamente tragico. Nel caso di Horse, la sua storia è agghiacciante, nel caso di Lomper alle prese con uno straniero ricchissimo interessato ai suoi piccioni, curiosamente leggera.
Come riportato da svariati attori di origini asiatiche, ormai a Hollywood è obbligatoria la “quota coreana”: la popolarità di Parasite e Squid Game ha persuaso i grandi Studio americani a inserire un personaggio di questa etnia da qualsiasi parte. Full Monty anticipa la mossa mostrando Gaz che saluta l’autista dell’autobus (l’unico non soppresso di una lunga lista…) con un “annyeong” (“ciao”), per poi introdurre l’inutile e pretestuosa sottotrama del milionario coreano che contatta Lomper per acquistare l’uovo di piccione, Sang-chol (Joshua Jo). Lo show recupera occasionalmente lo spirito originario e la sua comicità, e può contare su un cast amabile e autentico come allora, ma è tanto pesante, dispersivo e non necessario da lasciare con l’irritante sensazione di trovarsi di fronte all’ennesimo riciclo di una gloria del passato per fare soldi senza rischi. Proprio sfruttando un titolo che aveva conquistato con la sua originalità e fantasia (e un budget irrisorio).
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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-07-05 14:00:00 ,