Ne esistono centinaia di migliaia di specie diverse e il loro studio non smette mai di regalare sorprese: parliamo dei funghi. Anzi, in questo caso di un fungo in particolare, il Phanerochaete velutina, protagonista di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Tohoku e del National Institute of Technology, Nagaoka College (Giappone). I risultati della osservazione, pubblicati su Fungal Ecology, mostrano che P. velutina sembra essere in grado di riconoscere, se così si può dire, una certa forma geometrica e di “indirizzare” lo sviluppo del proprio apparato vegetativo in base a questo pattern. Vediamo in che senso.
Funghi, spore e miceli
Ma facciamo prima un passo indietro. I funghi si riproducono attraverso le spore, dalle quali hanno origine i lunghi filamenti che formano il cosiddetto micelio, ossia il loro apparato vegetativo, attraverso il quale recepiscono le informazioni dal mondo esterno. Il micelio è una sorta di “ragnatela” che si sviluppa sottoterra o al di sotto della corteccia, nel caso di funghi che crescono su substrati legnosi, come P. velutina.
Lo studio
Quest’ultimo, infatti, cresce sul tronco degli alberi ed è un fungo patogeno per alcune piante da frutto presenti anche alle nostre latitudini. Per capire se il micelio di questo fungo si sviluppa in modo casuale o meno nello spazio, gli autori della osservazione pubblicata su Fungal Ecology hanno collocato dei blocchi di legno già colonizzati da P. velutina secondo due diverse disposizioni, una a forma di cerchio e una a forma di croce. Dopodiché hanno monitorato per 116 giorni lo sviluppo del micelio.
I risultati
Dalle analisi è emerso che quest’ultimo sembra essere tutt’atro che casuale. Nella disposizione a croce, per esempio, il grado di connessione fra i filamenti del micelio è risultato essere maggiore nei quattro blocchi più esterni. L’ipotesi dei ricercatori è che i blocchi più esterni svolgano la funzione di “avamposti” per la osservazione di nutrimento e necessitino quindi di un maggior numero di connessioni.
Nella disposizione a cerchio, invece, il grado di connessione è risultato essere lo stesso in ogni blocco. Tuttavia, fatto curioso e al momento privo di una spiegazione certa, il centro del cerchio è rimasto integralmente libero dallo sviluppo del micelio.
“Questi risultati – concludono gli autori – suggeriscono che i miceli fungini possono ‘riconoscere’ le differenze nella disposizione spaziale dei blocchi di legno come parte della loro attività di decomposizione del legno”.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2024-10-21 15:09:00 ,