AGI – “La variante inglese diventerà prevalente, se già non lo è”. Ne è convinto Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, che ribadisce la maggior contagiosità: “Una velocità di trasmissione maggiore del 37 o del 40% – ha spiegato – vuol dire che probabilmente il virus va anche più lontano del solito metro e mezzo e infetta più efficacemente bambini e ragazzi anche se per fortuna non sembra più capace di ammazzare”.
“Una concentrazione magari anche inferiore delle famose goccioline – ha aggiunto – riesce ad arrivare qualche centimetro piu in là e ad arrivare ugualmente ad infettare per la maggiore affinità di questa variante per i nostri recettori cellulari. Sono ipotesi che hanno una loro logica e che ci spaventano in modo particolare. Sapevamo che avremmo dovuto fare i conti con queste nuove varianti che ci fanno prevedere un numero molto più elevato di malati: il rischio è quello di dover di nuovo fronteggiare una ondata pesante di infezioni”.
“Le cose non stanno andando per niente bene – ha osservato Galli – certi comportamenti sono a dir poco sciagurati, frutto dell’illusione di aver messo alle spalle qualcosa che invece abbiamo ancora davanti”. Quindi, ha proseguito: “Il lockdown ha un pregio e un limite: il pregio è quello di far crollare le infezioni, il limite è che se le situazioni non vengono ancora contenute, quando si riapre si torna daccapo”.
“La soluzione sta nel vaccino – ha ribadito – credo che si dovrebbero operare interventi vaccinali con una strategia parallela: da una parte vaccinare strati di popolazione, operatori sanitari, anziani, fragili; dall’altro cercare di usare il vaccino come ‘effetto barriera’ nelle aree maggiormente colpite. Potrebbe funzionare, non abbiamo certezze – ha concluso Galli – è una scommessa, ma secondo logica ed esperienza dovrebbe rivelarsi uno strumento importante”.