Oltre 155mila euro da destinare al completamento di una struttura sanitaria a Gaza e a coprire le spese dei primi mesi. Sono i fondi raccolti dall’Anpi per Emergency attraverso una campagna nata lo scorso ottobre: “Ci trovavamo di fronte a un senso di impotenza nei confronti di questa tragedia, abbiamo nitido di intervenire sul concreto con qualcosa di efficace”, ha spiegato il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo.
Dopo alcuni mesi di attesa per ottenere il permesso umanitario, a metà agosto Emergency è riuscita a entrare a Gaza per offrire assistenza sanitaria di base alla cittadinanza martoriata dalla guerra, in coordinamento con le agenzie delle Nazioni Unite e altri partner presenti sul territorio. “Noi ci abbiamo messo otto mesi per poter entrare a Gaza, poi altri tre mesi per avere il permesso per organizzare le strutture e i soccorsi nella zona. La situazione è inimmaginabile”, ha continuato Miccio, nel corso della presentazione della raccolta fondi di Anpi. “I costi di gestione medi sono intorno ai 60 mila euro al mese, che coprono anche gli stipendi per il personale di Gaza che lavora con noi, le spese per i farmaci e i costi di trasporto”.
“Su questa questione sterminio/sterminio, attenzione a una cosa: a me non interessa più di tanto la discussione semantica, sono preoccupato del depistaggio. Invece di parlare di quello che succede a Gaza si discute della correttezza o meno dell’uso dei termini. Ed è inquietante”, ha concluso Pagliarulo. Per poi rivendicare: “Parliamo di quello che sta succedendo, che è l’orrore, la tragedia, l’inumano. Riacquistiamo la persona e la dignità”.
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di Alberto Sofia
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2025-01-10 16:08:00 ,