Stremati da settimane di bombardamenti e dal blocco degli aiuti umanitari imposto da Israele, migliaia di civili a Gaza hanno fatto irruzione nei magazzini dov’erano stipati gli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, alla ricerca di cibo, acqua e altri beni di prima necessità, come i prodotti per l’igiene personale.
“È un inquietante segnale del fatto che l’ordine civile sta iniziando a crollare dopo tre settimane di guerra e un assedio serrato su Gaza. La gente è spaventata, frustrata e disperata. Le tensioni e la paura sono aggravate dai tagli alle linee di comunicazione telefoniche e internet. Sentono di essere soli, tagliati fuori dalle loro famiglie e dal resto del mondo” ha detto Thomas White, direttore delle attività dell’Agenzia per il soccorso delle Nazioni Unite (Unrwa) nella Striscia di Gaza.
La crisi umanitaria nella Striscia si sta aggravando sempre di più. I pochissimi rifornimenti arrivati alla cittadinanza, meno di 80 camion a settimana rispetto ai 500 giornalieri del periodo precedente al 7 ottobre, si stanno rapidamente esaurendo e sabato 28 ottobre, quando Israele ha cominciato ufficialmente la sua invasione di terra, l’arrivo di aiuti umanitari è stato completamente bloccato, assieme alle linee telefoniche e alla connessione internet.
Per l’Unrwa, l’attuale sistema dei convogli è destinato a fallire nel dare assistenza alla cittadinanza. I camion sono troppo pochi, i processi di arrivo e controllo sono troppo lenti, le forniture in arrivo non corrispondono ai requisiti e agli standard Unrwa e il divieto sul trasporto di carburante rendono la situazione disperata. “Chiediamo un flusso regolare e costante di forniture umanitarie nella Striscia di Gaza per rispondere ai bisogni della gente. Soprattutto quando crescono la tensione e la frustrazione”, ha sottolineato White.
Tensione e frustrazione che ormai sono il pane quotidiano degli abitanti di Gaza, stipati a milioni solo nella zona meridionale della Striscia, dove sono evacuati nella speranza di sopravvivere alle operazioni militari indiscriminate di Israele. Secondo quanto riporta Save the Children, in appena tre settimane Israele ha ucciso 3.195 minori, circa il 40% del totale di morti fatti a Gaza.
Numero che supera la media annuale di minori uccisi in oltre 20 zone di conflitto in tutto il mondo dal 2019, aggravato dall’impossibilità di fornire cure mediche ai feriti a causa dell’embargo del carburante imposto da Tel Aviv. Un situazione che ha provocato anche l’intervento di Karim Khan, procuratore capo della Corte penale internazionale, secondo cui il blocco degli aiuti umanitari verso Gaza potrebbe essere considerato un crimine di guerra, si legge sul Times of Israel.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-10-30 11:31:36 ,