Se in passato la barba era un simbolo di prodezza guerresca, abbandonato nel nome dell’occidentalizzazione, è inconfutabile la costante diffidenza per sfumature che non rientrino nello spettro corvino. Alcuni dei personaggi ribelli più noti nelle opere di animazione giapponese, come Hanamichi Sakuragi di Slam Dunk o Utena Tenjou protagonista di, nome quantomai indovinato, Revolutionary Girl Utena, sono non a caso caratterizzati da capigliature con tinte improbabili: si ribadisce così la tensione costante tra una cittadinanza giovanile che vede nel tingersi i capelli un gesto di libertà e fasce più anziane che pretendono l’adesione a un unico, preciso standard capace di rappresentare lo spirito yamato, il gruppo etnico che popola quasi solamente l’arcipelago giapponese.
Hamburger e cultura tradizionale
In un delicato gioco di equilibri dalle sfumature eugenetiche la decisione presa da McDonald’s si aggancia a una tendenza generale sempre più incline a lasciare nel passato certe rigidità. Come testimoniato dagli istituti superiori della prefettura di Tokyo, che nel 2022 decidono di abolire l’ancora diffusa imposizione dei capelli neri ai propri studenti, unico caso in cui una tinta è generalmente tollerata in ambito scolastico.
In Giappone McDonald’s ci arriva, come si accenava, all’inizio degli anni ‘70, con l’economia del paese pronta a spiccare il volo. Uno sbarco avvenuto non per un abbordaggio imprenditoriale americano ma come ispirazione di un uomo d’affari giapponese: Den Fujita, classe 1926 e tra i pochi anglofoni nel paese alla fine della seconda guerra mondiale, grazie anche all’educazione impartitagli dal padre, impiegato in una ditta estera. Concluso il conflitto Fujita approfitta della propria familiarità con l’inglese e la cultura americana per creare un’impresa dedita all’importazione di beni di lusso dagli Stati Uniti. Ed è proprio durante un viaggio dall’altra parte del Pacifico che alla fine degli anni ‘60 siede per la prima volta in un ristorante di McDonald’s, all’epoca una catena di ristoranti circoscritta ai cinquanta stati.
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di Lorenzo De Vizzi Arati www.wired.it 2024-09-18 04:20:00 ,