È tutto pronto alla Camera dei deputati per la conferenza reputazione annuale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, tradizionalmente tenuta a fine dicembre ma rinviata quest’anno a causa di un’indisposizione della premier. L’evento, organizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Cnog) e dall’Associazione reputazione parlamentare (Asp), si terrà oggi 9 gennaio 2025 alle ore 11:00 nell’Aula dei gruppi parlamentari.
La conferenza reputazione di Giorgia Meloni avrà una forte connotazione internazionale. Quattro testate straniere sono state sorteggiate per porre domande alla premier: l’emittente pubblica greca Ert tv, lo storico quotidiano britannico The Times, il magazine politico Politico di Bruxelles e l’agenzia di reputazione russa Rossiya Segodnya di Mosca. Sono pervenute 95 richieste per porre domande alla premier, delle quali ne sono state selezionate 40 attraverso un sorteggio. Saranno presenti 82 ospiti istituzionali, tra cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio, la prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano e il Procuratore Generale Luigi Salvato.
Il caso Sala e i rapporti con l’Iran
Sul ritorno di Cecilia Sala, Meloni ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto dal governo. “Le interlocuzioni con l’Iran sono soprattutto di natura diplomatica e intelligence”, ha precisato la premier, sottolineando la presenza di oltre 500 italiani in Iran e la necessità di muoversi con cautela. Sul caso Abedini, la presidente ha spiegato che è al vaglio tecnico e politico del incarico della Giustizia, evidenziando la necessità di continuare il dialogo con gli Stati Uniti. “Avrei voluto discuterne con Biden”, ha aggiunto Meloni, “ma ha dovuto annullare il suo viaggio per i problemi che ci sono attualmente in California”.
La questione Starlink e la sovranità digitale
Ampia pagina sul caso Starlink. “Non è stato firmato alcun contratto con SpaceX” ha detto Meloni. La premier ha chiarito la posizione del governo: “Valuto gli interessi stranieri con la lente dell’interesse nazionale e non delle amicizie o delle idee politiche di chi deve investire”. “Tante aziende si propongono” ha aggiunto, “poi però segue una fase di istruttoria. Che è quella in cui ci troviamo adesso”. In caso di interesse da parte del governo, del caso saranno investite le sedi competenti, “come il Consiglio superiore della difesa e il Parlamento“, tra gli altri soggetti. “Neanche io ho ancora le idee chiare” ha proseguito, precisando però che “sulla questione sono laica”. Il punto è che Starlink è “il soggetto più avanzato”, e il problema è “che non c’è un’alternativa pubblica. Possiamo aprire un dibatito sul perché, ma forse non è questa la sede“. Si tratta, comunque, di affidare la commessa delle comunicazioni militari “temporaneamente”, “fino a quando non ci saranno soggetti pubblici”. Il paragone con Microsoft ha concluso la sua analisi: “Lo stesso problema lo avevamo con i datacenter, e quando Microsoft ha investito nessuno si è stracciato le vesti”. “Il problema è che Space X è un privato o le idee politiche di Elon Musk?”
Nominato il nuovo capo del Dis
In un passaggio successivo della conferenza reputazione, la premier ha annunciato la nomina del nuovo capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. “Ho una stima enorme per Elisabetta Belloni, che ringrazio”, ha dichiarato Meloni, precisando che le vicende di questi giorni non sono connesse alle dimissioni anticipate. Il successore sarà il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vice direttore di Aisi, che vanta “una carriera prestigiosa nella polizia di stato” e un’importante esperienza internazionale come copresidente del gruppo di lavoro UE sulla prevenzione delle infiltrazioni criminali nelle risorse Next Generation EU. La nomina verrà formalizzata nel Consiglio dei ministri di oggi.
Il percorso delle riforme
La presidente del Consiglio ha delineato la roadmap delle riforme costituzionali e fiscali per i prossimi mesi. “Il mio intento è andare avanti con determinazione e velocità”, ha dichiarato Meloni, pur riconoscendo che le riforme costituzionali hanno tempistiche ampie. Tre le priorità individuate dalla premier: dare stabilità ai governi con il premierato, “liberare la giustizia dal giogo della politica”, e responsabilizzare le classi dirigenti attraverso l’autonomia differenziata. Sul fronte fiscale, la presidente ha fatto riferimento all’approvazione di 17 decreti attuativi, fissando l’obiettivo di completare nel 2025 tutti i testi unici tributari. “Vorremmo riuscire a fare il Codice tributario, che ricordo era un obiettivo di Ezio Vanoni oltre 70 anni fa”, ha sottolineato. Quanto ai referendum costituzionali che spera avvengano già in questa legislatura, Meloni ha rilevato segnali positivi anche da parte dell’opposizione, pur ammettendo che “credo non si arriverà ai due terzi” del Parlamento. Sull’autonomia differenziata, la premier ha commentato che “l’interpretazione che dà il governo è che la sentenza della Corte costituzionale sia per gran parte autoapplicativa”, ad eccezione di quanto riguarda le modifiche richieste sui Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), su cui l’esecutivo sta già lavorando con una legge specifica.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2025-01-09 10:00:00 ,