Giornata contro l’esportazione e il trasporto a lunga distanza di animali vivi, le associazioni: “Una pratica abominevole, basta con questa crudeltà gratuita”

Giornata contro l’esportazione e il trasporto a lunga distanza di animali vivi, le associazioni: “Una pratica abominevole, basta con questa crudeltà gratuita”



In occasione della Giornata di mobilitazione internazionale contro l’esportazione e il trasporto a lunga distanza di animali vivi (14 giugno), numerose associazioni di protezione animale da tutto il mondo – di cui 10 italiane – lanciano un’azione internazionale per chiedere ai governi dei propri Paesi di vietare l’esportazione di animali vivi.

Milioni di animali ogni anno

Ogni anno, milioni di animali – tra cui vitelli, pecore e suini – vengono trasportati vivi su gomma, rotaia, per via mare o via aerea da un continente all’altro, con tragitti che durano giorni o addirittura settimane. Solo dall’UE ne vengono esportati più di quattro milioni. Durante questi viaggi, gli animali sono spesso sottoposti a condizioni spaventose, come sovraffollamento e temperature estreme, che provocano sofferenze e stress enormi.

Divieto di esportazione in Gran Bretagna

Solo poche settimane fa, la Gran Bretagna ha introdotto un divieto di esportazione di animali vivi destinati all’ingrasso e alla macellazione, mentre l’Australia ha annunciato che le esportazioni di ovini vivi via mare saranno vietate a partire dal 2028. La Nuova Zelanda ha introdotto un divieto di esportazione di animali vivi nell’aprile del 2023, che tuttavia è attualmente a rischio in quanto il nuovo governo di coalizione ha promesso di abrogare la legge.

In Brasile la sentenza contro la pratica

In Brasile, lo scorso anno una sentenza della Corte federale ha disposto che nessun animale vivo venga più esportato dai porti del Paese. Le misure adottate in questi Paesi sono il risultato delle campagne condotte dalla società civile e dalle associazioni per il benessere degli animali in tutto il mondo.

“Sofferenze gratuite di un commercio barbaro”

“In tutto il mondo, il vento sta cambiando. I governi si stanno svegliando di fronte alle crudeltà gratuite che questo barbaro commercio infligge a milioni di animali senzienti che ogni anno vengono trasportati come fossero merce,” dichiarano le associazioni italiane promotrici dell’azione, Animal Aid, Animalisti italiani, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali, Enpa, Lac, Lav, Lndc, Oipa.

La richiesta alla nuova Commissione europea

E ancora: “La Gran Bretagna ha introdotto un divieto di esportazione di animali vivi e altri Paesi, come l’Australia, la Nuova Zelanda e il Brasile, hanno preso provvedimenti per mettervi fine, ma c’è ancora molto da fare per relegare questo commercio nei libri di storia a livello globale. Il nostro messaggio è chiaro: chiediamo alla Commissione europea che nascerà dopo le elezioni e a tutti i governi del mondo di porre fine a questa pratica abominevole e insensata, e di passare all’esportazione di sole carcasse”.

Il disatteso impegno alla revisione

L’impegno a revisionare in modo completo la legislazione sul benessere animale da parte dell’UE aveva fatto sperare in un divieto di esportazione di animali vivi, ma l’anno scorso la Commissione ha perso un’occasione per adottare il commercio di sole carcasse, annunciando solo marginali modifiche alle norme sul trasporto.

Il vero orrore nascosto dai registri ufficiali

Eppure, poche settimane prima dell’annuncio dello scorso dicembre, un report pubblicato da Compassion in World Farming ed Eurogroup for Animals aveva svelato che i registri ufficiali, inadeguati e fuorvianti, nascondono il vero orrore e la portata del trasporto a lunga distanza di animali allevati a scopo alimentare nell’UE. Il documento ha svelato dettagli allarmanti sull’entità delle sofferenze patite ogni anno da circa 44 milioni di bovini, ovini e suini allevati, con trasporti che durano fino a tre settimane, raggiungendo il Brasile, il Vietnam e la Nigeria.

La nona giornata annuale di mobilitazione

In occasione della nona giornata annuale di mobilitazione contro il trasporto di animali vivi a lunga distanza, organizzata da Compassion in World Farming, l’invito al pubblico è di condividere un video che documenta le sofferenze che gli animali patiscono durante questi lunghi tragitti. Il video mostra solo alcune delle sofferenze patite dagli animali, tra cui lo stress, la disidratazione, lo sfinimento, le temperature estreme e le ferite.

Quelle morti cruenti e dolorose

Gli animali rischiano di essere vittime di disastri a bordo, come incendi, naufragi, epidemie, condizioni meteorologiche avverse e blocchi delle rotte commerciali. Un esempio recente è il caso della MV Bahijah, respinta verso l’Australia a causa del conflitto in Medio Oriente, con oltre 16.000 bovini e ovini che hanno trascorso mesi a bordo della nave. Inoltre, una volta giunti alla destinazione finale, spesso in Paesi dove non esistono norme che regolamentino i metodi di macellazione, è possibile che gli animali vadano incontro a una morte cruenta e dolorosa.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-06-14 16:04:38 ,www.repubblica.it

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