Pagamenti a rate, prestiti secchi e caccia a giovani promettenti. Di preferenza, scelti in Italia. Per i club di Serie A, il primo mercato senza gli sgravi fiscali del decreto Crescita è una corsa a ostacoli. Ancor più che in passato, vale la massima secondo cui senza soldi servono idee, ripetuta da anni dai direttori sportivi. A giudicare dalle prime mosse delle società, i movimenti in questa finestra di gennaio sembrano infatti confermare la previsione di Umberto Calcagno, presidente di Assocalciatori: «Senza gli sconti previsti per chi arriva da fuori, chi gioca in Italia sarà finalmente appetibile quanto chi gioca all’estero».