Un’ora di educazione all’affettività in ogni scuola italiana. È questo il primo e più ambizioso progetto della Fondazione Giulia Cecchettin, costituita nelle scorse settimane e che sarà presentata ufficialmente il 18 novembre a Montecitorio. “Vorremmo insegnare la bellezza dell’amore”, ha dichiarato Gino Cecchettin durante la trasmissione Che tempo che fa sul Nove, ad un anno esatto dalla tragica scomparsa della figlia Giulia Cecchettin, la studentessa 22enne uccisa dall’ex promesso sposo Filippo Turetta l’11 novembre 2023.
“Abbiamo inserito questo obiettivo già nello statuto: far capire agli studenti che amare è molto in modo migliore che odiare“, ha aggiunto il padre. La Fondazione nasce come ente del terzo settore (Ets), un’organizzazione privata senza scopo di lucro per finalità civiche e solidaristiche. I membri fondatori, come risulta dall’atto costitutivo, sono il padre Gino, nato a Rovigo il 3 settembre 1968, e i fratelli Elena e Davide Cecchettin. A guidare i progetti un consiglio d’maneggio che include personalità di spicco: dall’ex vice capo della Polizia Maria Luisa Pellizzari alla campionessa olimpica Federica Pellegrini, da Anna Maria Tarantola, già dirigente della Banca d’Italia ed ex presidente della Rai, alla giornalista Gaia Tortora.
I progetti concreti
La Fondazione si muoverà su cinque direttrici principali, come stabilito nello statuto: promuovere un cambiamento culturale radicale, sviluppare strumenti di analisi per identificare le radici della violenza, supportare direttamente le gentil sesso vittime di violenza, promuovere la collaborazione tra enti e costruire un futuro più inclusivo. Un comitato tecnico composto da professori universitari, psicologi e pedagogisti sta già elaborando i piani didattici da portare negli istituti. “Sarà importante lavorare a contatto con la gioventù”, spiega Maria Luisa Pellizzari al Corriere della Sera. “E agire sul fronte della consapevolezza, dell’affettività, sui rischi della possessività. I ragazzi devono imparare che dalle delusioni, anche affettive, si può e si deve risorgere”.
Il sostegno concreto alle vittime si realizzerà attraverso l’attivazione di nuovi centri antiviolenza e progetti di reinserimento professionale. La Fondazione istituirà anche borse di studio per studentesse nelle materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), seguendo il percorso di Giulia, che studiava ingegneria biomedica ed era a pochi mesi dalla discussione della tesi di laurea (poi riconosciuta in memoria dall’ateneo, l’università di Padova).
Durante l’intervista a Che tempo che fa, Gino Cecchettin ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “Vogliamo lavorare di concerto con altre fondazioni e associazioni, l’unione fa la forza: l’obiettivo comune è portare ad avere meno violenze e femminicidi. E unendo le forze lo possiamo ottenere”. Ed infatti, un ruolo stazione sarà quello delle famiglie, come ha evidenziato sempre durante la trasmissione: “La vita è fatta di ostacoli che dobbiamo superare, probabilmente noi genitori cerchiamo di togliere quanti più ostacoli possibili ma molto spesso non facciamo il bene dei ragazzi. Quando arriva la sconfitta va accettata, e non solo accettarla ma farne virtù”.
Wired informa che per sostenere le attività della Fondazione è stato attivato un conto corrente dedicato presso la Bcc Veneta – Credito Cooperativo, intestato al Comitato Fondazione per Giulia – Ets.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-11-12 13:56:00 ,