ROMA – “Illustre signora Ministro, le scrivo questa lettera pubblica per chiedere il suo conforto, affranta dalla morte sul lavoro di mio figlio Roberto e dall’impossibilità di vedere celebrato il processo in tempi ragionevoli. Sono sicura che morirò prima di vederne la fine, senza poter sapere come e da chi è stato ucciso mio figlio. Le scrivo come madre, vedova e umile cittadina, per chiedere il suo conforto e, nei limiti delle sue possibilità e competenze, di approfondire la disastrosa realtà di quel tribunale.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-01-19 11:23:41 ,www.repubblica.it