Mediazione obbligatoria, ma a carico dello Stato e rito unitario per le controversie familiari. Ruotano attorno a questi due cardini le principali novità del processo civile contenute nei 24 emendamenti al disegno di legge Cartabia depositati ieri dal governo. Il testo sarà discusso in commissione giustizia al Senato. Atteso l’arrivo
in Aula il 20 luglio. L’obiettivo è l’approvazione entro l’estate. «Ci siamo impegnati ad abbattere del 40% la durata dei processi in cinque anni — spiega la Guardasigilli Marta Cartabia — l’erogazione del Pnrr dipende dall’approvazione di questa e delle altre riforme sulla giustizia». Ovvero quelle del processo penale e del Csm. Cartabia si dice fiduciosa: «Il governo sta lavorando perché anche queste approdino al più presto in Parlamento». Nel frattempo tenta di chiudere la partita del processo civile. E «si valorizzano con importanti incentivi fiscali gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie». L’idea è di spingere il cittadino a ricorrere alla mediazione, anziché al giudice. Rendendo detraibili le spese giudiziarie e, per i meno abbienti, estendendo ai riti alternativi il gratuito patrocinio. Nell’ottica dell’accorpamento viene superato il doppio binario creato dalla legge Fornero per licenziamenti e risarcimenti. Si prevede una corsia preferenziale per la risoluzione dei conflitti sul lavoro valutando nello stesso giudizio anche le richieste economiche. Riunite in rito unitario anche separazioni, divorzi e cause riguardanti i figli nati dentro e fuori dal matrimonio.
16 giugno 2021 (modifica il 16 giugno 2021 | 21:26)
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