Passa dall’ordinamento giudiziario e in particolare da una delle proposte che meglio sembra già potere mettere d’accordo nuova maggioranza e opposizione l’eredità dell’amministrazione Cartabia. Dove il riferimento è a quella separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, fra i temi meno divisivi nel centrodestra, ma anche tra i primi spunti di collaborazione con le opposizioni. Tanto che fra le prime proposte di legge della legislatura c’è quella di Enrico Costa di Azione; una proposta di rango costituzionale che separa in maniera definitiva i percorsi di due dei protagonisti della giurisdizione, con distinti percorsi di accesso, diverse progressioni in carriera, diversi ordini e diversi Csm.
Lo scontro possibile
Un cambiamento radicale che, malgrado il fallimento del recente referendum, rilancia una delle decisive bandiere delle politiche della giustizia negli anni ruggenti del berlusconismo. Ma anche una riforma che aprirà di sicuro un fronte di scontro con la magistratura da oggi a congresso a Roma per le assise dell’Anm. Già a maggio il tema è stato al primo punto dello sciopero, peraltro dall’esito non brillantissimo, indetto dall’Associazione nazionale magistrati. La riforma Cartabia, nella parte già in vigore è peraltro intervenuta sul punto, limitando a una sola la possibilità di passaggio da una funzione all’altra e nel periodo iniziale della carriere.
La delega aperta
Ma la stessa riforma, comunque, ha lasciato nelle mani del futuro Governo il testo di una delega già scritta che potrà essere esercitata entro il prossimo giugno, con una serie di puntuali interventi in materia di revisione dei criteri di conferimento degli incarichi di vertice negli uffici giudiziari, di tempi e modi di valutazione dell’attività dei magistrati (compresa l’introduzione del controverso fascicolo sulle performances).
L’intervento sulle carceri
Tra le incompiute, in uno scorcio finale di legislatura che ha comunque visto Cartabia portare a dimora, in anticipo sui tempi previsti in sede di Pnrr, anche le riforme del processo civile (si veda il grafico in pagina) e del processo penale, si segnala la revisione dell’ordinamento penitenziario. Dove peraltro Cartabia è almeno in compagnia di Andrea Orlando . Anche Orlando, infatti, pur potendo contare sugli esiti di un lungo e puntuale lavoro di preparazione non riuscì a chiudere la partita della riforma delle carceri, tema certo impopolare soprattutto alla vigilia di campagne elettorali.
In ogni caso, se la commissione istituita da Cartabia ha concluso i lavori, ma un testo in Consiglio dei ministri non è mai approdato, tuttavia con una serie di circolari il ministero ha comunque provato a introdurre misure innovative, da ultimo con i provvedimenti in materia di stabilizzazione delle videochiamate da parte dei detenuti e di prevenzione dei suicidi, oltre che con un’attenzione particolare per i percorsi di sostegno agli operatori.