La nuova stagione di Stranger Things è arrivata, Tom Cruise raccoglie premi e applausi scroscianti a Cannes per il suo nuovo Top Gun e ci accorgiamo che gli anni ‘80 sono tornati, lo sono da un bel po’ ma in questo momento la cosa è semplicemente palese.
Ma in che modo questo decennio ha saputo diventare talmente iconico, da fungere bene o male da serbatoio di idee e riferimenti persino nell’anno 2022? Il tutto a dispetto dei cambiamenti, rivoluzioni e anche di un clima generale assolutamente opposto a ciò che esso rappresentò per molto tempo.
Un decennio contraddittorio e innovativo
Sicuramente bisogna partire dal presupposto che gli anni ‘80 sono stati un decennio di incredibile trasformazione, sovente contraddittoria e dissonante, in cui si passava dell’ottimismo più esagerato ad un pessimismo quasi inconsolabile, di cui si facevano portatori cinema, televisione musica ed arte.
Il genere fantascientifico sfornava capolavori distopici e horror, l’arte e la moda erano in continuo divenire, mentre la contrapposizione tra blocchi ritornò con l’incubo nucleare. L’America abbracciava Ronald Reagan e il suo nuovo corso politico, fatto di entusiasmo, machismo, cultura yuppie e consumismo di massa.
I prodotti culturali a stelle e strisce erano anche i nostri e si fecero soprattutto carico delle diverse anime che guardavano ad un decennio in cui, se da un lato per esempio il femminismo andò in profondissima crisi con la fine della seconda ondata, d’altro canto la comunità Lgbtq+ cominciò finalmente ad essere meno ghettizzata, al netto del diffondersi dell’Aids. La televisione vide l’imperare della serialità, anzi la nascita della stessa per come oggi la concepiamo. Era l’epoca delle telenovelas, ma anche di prodotti iconici come Star Trek, Colombo, Saranno Famosi, A-Team, MacGyver o Miami Vice.
E se guardiamo con attenzione ci rendiamo conto che ancora oggi molto delle nostre serie TV a queste devono tutto per struttura, personaggi o atmosfere, così come i talk show.
Ma soprattutto cinema e televisione si aprivano alle nuove generazioni, ai più giovani che diventavano in breve l’obiettivo numero uno per quello che riguardava l’industria dei giocattoli, e lo storytelling multimediale. Tutto era cominciato con Guerre Stellari, con l’arrivo sulla piazza dei due narratori connessi all’immaginario infantile come sarebbero stati George Lucas e Steven Spielberg. Comandava il mercato e il mercato voleva solo loro. Ebbene il risultato fu quello di creare l’universo teen, qualcosa che continua a dominare nel 2022, con una narrazione che è soprattutto attinente alle dinamiche adolescenziali come il bullismo, la paura di crescere, insicurezza, la scoperta del sesso e della propria identità.
Tra adolescenti e icone
Standy By Me, I Goonies, Ritorno al Futuro, Indiana Jones, l’Attimo Fuggente, Wargames, Breakfast Club, I ragazzi della 56ª strada, Karate Kid…la cultura pop dettava legge, mentre la musica elettronica, il glam rock, spingevano l’ottimismo, combattute dal rap, da metal e punk che parlavano della tragedia delle minoranze e degli ultimi. Eppure se persino Born in the Usa di Springsteen diventava spot per Reagan, non è difficile capire che il mood fosse quello di andare soprattutto verso la superficialità delle cose.
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di Giulio Zoppello www.wired.it 2022-05-29 17:00:00 ,