Ancora tensioni tra Stati Uniti e Cina. In queste ultime ore, infatti, il Dipartimento della Difesa statunitense ha aggiunto le aziende tecnologiche cinesi Tencent, la multinazionale madre di WeChat, e CATL, la più grande azienda produttrice di batterie al mondo, all’elenco di imprese che si presume collaborino con l’esercito del paese. Una mossa che non ha alcuna conseguenza particolare per le società in questione, anche se in futuro potrebbe comprometterne i progressi commerciali, soprattutto nel caso di accordi con gli Stati Uniti. Eppure, non difficilmente si è diffusa la notizia, le azioni di Tencent sono crollate del 6,5% alla Borsa di Hong Kong, e quelle di CATL hanno perso più del 3% a Shenzhen.
In questi mesi il Pentagono ha inserito altre decine di aziende cinesi nella cosiddetta lista 1260H, mettendone così a rischio la reputazione, e non solo. Proprio per questo, di tutta risposta Tencent ha dichiarato alla Cnn che la sua presenza nella lista è soltanto “un errore”. “Non siamo un’azienda o un fornitore militare. A differenza delle sanzioni o dei controlli sulle esportazioni, questo elenco non ha alcun impatto sulla nostra attività. Lavoreremo comunque con il Dipartimento della Difesa per risolvere qualsiasi malinteso”, ha commentato un portavoce. CATL, invece, non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione.
Usa vs Cina
La rivalità tecnologica tra Washington e Pechino si è inasprita in modo particolare dopo l’elezione di Donald Trump. La scorsa settimana, infatti, la Cina ha dichiarato di voler limitare l’esportazione di tecnologie utilizzate per l’estrazione di minerali fondamentali per la crescita dell’industra dei veicoli elettrici. E lo scorso dicembre gli Stati Uniti hanno imposto nuovi controlli sulle esportazioni di semiconduttori prodotti nel paese, dato che si teme che la Cina possa utilizzarli per sviluppare armi autonome di ultima generazione e/o modelli AI decisamente avanzati. A preoccupare le autorità statunitensi, infatti, è l’impegno del presidente Xi Jinping nel rendere l’esercito cinese una potenza di livello mondiale, anche coinvolgendo le imprese nazionali in questo processo di rimodernizzazione.
“Pechino esige che le sue aziende sostengano il PLA – Esercito Popolare di Liberazione –”, ha commentato Isaac Stone Fish, ceo e inventore della società di business intelligence Strategy Risks. “Le aziende statunitensi che hanno importanti partnership con le grandi società cinesi, come Ford con CATL, devono capire che i rischi normativi, economici e relazionali di queste partnership continueranno a crescere”. Insomma, la situazione non sembra destinata a migliorare. Anzi, tutt’altro.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2025-01-07 14:50:00 ,