Torre del Greco. Erano agli arresti domiciliari, in attesa della sentenza di primo grado. Ma non avevano dimenticato la propria «vittima», a cui – attraverso video su TikTok – lanciavano messaggi intimidatori e insulti. Un comportamento segnalato agli agenti del locale commissariato di polizia e costato ai fratelli-usurai Alberto Di Giulio e Gaetano Di Giulio un immediato ritorno dietro le sbarre: i due indagati eccellenti dell’inchiesta condotta dalla procura di Torre Annunziata sul doppio giro di strozzo ai danni di una fornaia del centro storico sono stati raggiunti da un aggravamento della misura cautelare chiesto e ottenuto dal pubblico ministero Matteo De Micheli. Aspetteranno, dunque, a Poggioreale il verdetto previsto per metà settimana.
Il filmato incriminato
A spalancare nuovamente le porte del carcere ai due cravattari di via XX Settembre – a cui erano stati concessi i domiciliari con l’esplicito divieto di utilizzo dei social network – un video di una decina di secondi, girato presumibilmente all’interno dell’abitazione dei due imputati e pubblicato su TikTok con un profilo falso. A impugnare lo smartphone e a fare da «regista» del breve filmato è Alberto Di Giulio, mentre il fratello – scarcerato lo scorso mese di maggio – si lascia immortalare comodamente seduto su una sedia di plastica. In sottofondo, una canzone trash – riferita, secondo gli inquirenti, alla fornaia arrivata a denunciare i suoi aguzzini dopo un calvario di un anno e mezzo – in dialetto napoletano: «Vuliv ‘a morta mia, all’ossa toie, ma stong ancor caa’, a faccia toia», il colorito testo musicale accompagnato da un inequivocabile gestaccio dei due cravattari a favore di telecamera. Quanto basta per convincere il titolare dell’inchiesta a chiedere e ottenere la revoca dei domiciliari per i due fratelli-usurai. A nulla è servita, al momento, la giustificazione di Gaetano Di Giulio: il regista della holding su cui pende una richiesta di condanna a nove anni di reclusione avrebbe provato a spiegare di non essere stato informato della volontà di diffondere il filmato attraverso i social e di avere scoperto la pubblicazione solo al momento della notifica dell’aggravamento della misura cautelare.
In arrivo la sentenza
A metà settimana, intanto, dovrebbe arrivare la sentenza di primo grado del gip Fernanda Iannone del tribunale di Torre Annunziata. Durante la requisitoria andata in scena a fine maggio, il pm ha chiesto nove anni di reclusione per Gaetano Di Giulio. Chiesti sei anni di carcere per le donne-strozzine dei due gruppi – Clorinda Palomba, Virginia Raiola e Colomba Cascone – mentre Luigia Di Giulio e Luisa Zorino rischiano 4 anni. L’inchiesta scattò a gennaio del 2020, quando la titolare di uno storico panificio del centro cittadino denunciò il suo calvario alle forze dell’ordine. Le indagini consentirono di documentare numerose condotte estorsive e di usura ai danni della vittima.
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Alberto Dortucci , 2022-06-05 06:33:29 ,