Si potrà mettere like e condividere con la propria cerchia di amicizie virtuali quello che si è quando mangiato: quando il servizio, oggi testato a Barcellona, partirà, si potranno inviare richieste di amicizia e creare vere e proprie playlist. Non sono previste funzioni di dating: la domanda di un giornalista solleva qualche risata in sala, ma non è del tutto scontata. Possibile anche restare fuori dal giro. Basta non accettare richieste, dice l’azienda, e l’applicazione funzionerà alla vecchia maniera. Probabile che si riesca ad aumentare il tasso di conversione; chi ci saprà fare coi video potrebbe esplodere. Già oggi una delle metriche principali valutate è l’accuratezza del profilo: una foto dei piatti aiuta a vendere, ma non è facile convincere i ristoratori, molti dei quali poco alfabetizzati digitalmente, soprattutto quelli entrati qualche anno fa.
La summa fa un ibrido fa Facebook e Spotify, una scommessa (“grande”, sottolinea il cofondatore Oscar Pierre, che racconta di aver fatto consegne tutti i giorni per due anni quando la società era agli inizi). Una svolta del genere non si improvvisa. È necessario avventurarsi in un territorio inesplorato. L’approccio di Glovo non è a rotta di collo: è incrementale, “proviamo queste caratteristiche e poi vediamo come va” dice a Wired il responsabile tecnico Shiro Theuri. Non ci saranno assunzioni ad hoc, prosegue la manager: i dipendenti informatici già assunti dell’azienda dovranno risolvere le sfide tecnologiche poste dalla decisione strategica.
È la nuova frontiera delle app di consegna, che potrebbe arrivare in Italia nel giro di tre mesi. Una scommessa in grado di dare respiro. C’è un margine di rischio. Ma d’altra parte, Elon Musk non aveva idea di come costruire un’automobile prima di Tesla, men che meno un missile. Il pareggio di bilancio è atteso per fine anno.
Il futuro
Nel quartier generale, al Poble Nou di Barcellona, domina il giallo aziendale: non a caso si chiama The Yellow House. La correttezza politica è obbligatoria, l’inclusività anche. La raccolta differenziata la fanno tutti, ma proprio tutti. Tra un task e l’altro c’è spazio per lezioni di yoga e attività rilassanti.
I volti sono quelli di ragazzi quasi tutti sotto i trenta, provenienti da esperienze diverse, giunti in una delle città più cool del mondo, non a caso, scelta come meta da moltissimi turisti. Via le cravatte, i nuovi yuppie vestono casual ricercato. Molti di loro hanno frequentato le migliori università e, ottenuta la laurea, sono arrivati in Catalogna con la smania di farcela, di afferrare l’occasione della vita, attaccati al treno di una delle realtà più note del continente, che “fa curriculum”. Queste immagini marcano ancora di più il contrasto con quelle dei rider seduti di fronte ai ristoranti in attesa della prossima consegna, liberi professionisti o poco più. Giaccone, guanti, coprimani per il freddo; se l’algoritmo chiama, si deve rispondere. Anche se piove, anche se nevica.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2024-10-17 05:00:00 ,