di Lorenza Negri
Prodotta da Studio Dragon per il canale pay coreano Tvn, famoso per i ricchi budget a disposizione foraggiati dal product placement più sfacciato, Goblin è tecnicamente impeccabile. Dalla colonna sonora nella quale si alternano tracce struggenti come And I’m Here e Stuck in Love firmate da Kim Kyung-hee degli April 2nd e canzoni riconoscibilissime da qualunque orientale (tra cui la celeberrima Stay with Me di Chanyeol e Punch), ai costumi – elegantissimi e firmatissimi, fino alla scenografia. Quest’ultima, che annovera spettacolari location – dalle vette innevate al campo di grano saraceno fiorito – è per lo più ambientata a dimora di Kim Shin, una villa labirintica i cui interni, ricostruiti in studio e circondati di vetrate avvolte da piante rampicanti, costituiscono un suggestivo castello di La Bella e la Bestia contemporaneo.
Il significato
Kim Eun-sook ha devoto anni della sua vita alla sceneggiatura di Goblin. Non esageriamo dicendo che per comprendere appieno il “big picture” della serie occorrono almeno tre visioni, durante le quali ogni piccolo dettaglio troverà ragione di esistere in quello che appare quasi come un disegno divino. Se vi è mai capitato di soffermarvi a chiedervi perché la vostra vita è un susseguirsi di eventi dolorosi che sembra rientrare in uno schema di impossibile e crudeli coincidenze o a un malvagio scherzo degli dei, da Goblin è otterrete forse una risposta, o almeno una teoria che vi doni un po’ di pace. Kim Shin, convinto di essere stato punito da Dio con la dannazione eterna, ha ricevuto invece in dono il privilegio dell’espiazione (e della reincarnazione): vivrà dilaniato dai propri demoni finché non avrà riparato il proprio karma rimediando ai torti fatti a chi ha perso la vita a causa sua.
Il Cupo mietitore ha perso il senno a causa di quegli stessi sensi di colpa per aver rifiutato l’affetto di coloro che lo amavano, ed è tornato sulla Terra privo di ricordi per scontare diffidenza e anafettività, costretto a patire la negazione dell’amore; Eun-tak vive “a scrocco” una vita che l’universo le aveva negato, lottando quotidianamente contro un equilibrio che può esistere solo senza di lei. Tutto accade per un motivo, e la divinità – che sembra agire crudelmente ma è in realtà è misericordiosa – sembra punire quando invece offre un’opportunità di redenzione e rinascita. Nella favola di Goblin, dove l’unico vero deus ex-machina è Kim Eun-sook, il mondo non è una favola shakespeariana piena di rumore e di furore, senza significato e raccontata da un idiota, bensì un luogo triste e bellissimo ma in perfetta armonia, dove esiste un senso anche alle ingiustizie più inique.
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2021-11-29 15:00:00