In arrivo altri guai per Google. La Commissione per la Protezione dei Dati (DPC) irlandese, infatti, ha ufficialmente annunciato di aver avviato un’indagine sul colosso tecnologico, ai sensi dell’articolo 110 del Data Protection Act del 2018. Più nel dettaglio, come riportato dalla stessa Commissione, l’indagine punta a verificare “se Google abbia rispettato gli eventuali obblighi di concretizzare una valutazione […] del regolamento generale sulla protezione dei dati (valutazione d’impatto sulla protezione dei dati), prima di impegnarsi nel trattamento dei dati personali dei cittadini dell’Ue associati allo sviluppo del suo modello AI, Pathways Language Model 2 (PaLM 2)”. Lanciato a maggio 2023, PaLM 2 è stato antesignano di Gemini, che è ora il modello principale per la generazione di testo e immagini di Big G.
D’altronde, la Commissione è fermamente convinta che valutare l’impatto delle azioni delle Big Tech sulla protezione dei dati sia di fondamentale importanza per garantire che i diritti e le libertà degli utenti siano adeguatamente considerati e protetti, soprattutto quando il trattamento dei suddetti dati può rappresentare un rischio elevato. Proprio per questo, la DPC sta avviando un’indagine transfrontaliera, che punta a verificare se l’azienda ha rispettato gli obblighi del Gdpr nel trattamento dei dati personali da parte di un suo responsabile o di un incaricato del trattamento in più di un paese dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo.
Insomma, la Commissione per la Protezione dei Dati sembra più che intenzionata a vederci chiaro sui comportamenti assunti da Google nei confronti degli utenti di tutti i paesi dell’Unione europea, al fine di preservarne la privacy e la sicurezza. Quello di Google non è un caso appartato. Qualche mese fa, infatti, a finire nel mirino della DPC è stata Meta, che ha subito definito di mettere in standby i piani di utilizzare i dati personali degli utenti per l’addestramento dei suoi modelli AI. All’inizio del mese, invece, è stata X a doversela vedere con la Commissione per la pratica d’uso scorretta dei dati personali nella formazione di Grok. Dopo un’indagine condotta dall’autorità di regolamentazione, la società di Musk ha accettato di cancellare e non elaborare i dati condivisi dagli utenti europei sulla piattaforma nel periodo tra il 7 maggio e l’1 agosto 2024. Cosa succederà, invece, a Google?
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2024-09-12 09:34:52 ,