Google alle prese con l’ennesima questione legale. Secondo quanto riportato da Ars Technica, il colosso tecnologico ha da poco risolto una causa collettiva intentata nel 2020 da un gruppo di utenti che hanno sostenuto che questo continuasse a “tracciare, raccogliere e identificare i dati di navigazione” anche quando veniva utilizzata la modalità di navigazione in incognito di Chrome. Più nel dettaglio, i querelanti hanno accusato Google di aver violato le leggi sulla privacy – accedendo anche a “cose potenzialmente imbarazzanti” che cercavano in rete – e di aver concesso ai siti che supportano Google Analytics o Ad Manager di raccogliere informazioni anche dalla modalità incognita del browser.
Accuse pesanti, che in un primo momento la compagnia ha cercato di far archiviare chiamando in causa l’avviso che viene visualizzato dagli utenti nel momento in cui attivano la modalità di navigazione in incognito di Chrome, informandoli che la loro attività “potrebbe essere ancora visibile ai siti web” che visitano. Secondo la giudice Yvonne Gonzalez Rogers, che ha seguito la causa sin dall’inizio, questo avviso non significa affatto che Google abbia avvertito gli utenti del tracciamento dei dati. “La mozione di Google si basa sull’idea che i querelanti abbiano acconsentito alla raccolta dei loro dati mentre navigavano in modalità privata – ha dichiarato -. Poiché Google non ha mai detto esplicitamente agli utenti che lo fa, la Corte non può ritenere che gli utenti abbiano esplicitamente acconsentito alla raccolta dei dati in questione”.
In seguito alla decisione di Rogers, gli avvocati del colosso tecnologico hanno deciso di patteggiare con i querelanti della causa, che avevano richiesto un risarcimento fino a 5.000 dollari per i danni subiti. I dettagli dell’accordo non sono stati rivelati al pubblico, ma quello che sappiamo è che il patteggiamento tra le parti sarà approvato da un giudice federale della California il prossimo 24 febbraio 2024. Solo allora Google potrà lasciarsi alle spalle l’ennesima causa legale che lo vede alle prese con la violazione della privacy dei suoi utenti.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-12-29 13:23:00 ,