Un allagamento ha messo ko un data center di Google nei giorni scorsi in Francia. È successo nel centro di Globalswitch a Clichy, alle porte di Parigi, dove nella notte tra il 25 aprile e il 26 aprile un malfunzionamento dell’impianto di raffreddamento ha prima provocato un allagamento e successivamente, a causa del surriscaldamento del locale batterie, un incendio, che i vigili del fuoco, giunti sul posto, hanno lasciato estinguere prima di intervenire all’interno e fare la conta dei danni. Tuttavia, a tre giorni dall’incidente, Google non è ancora in grado di fornire un indicazione del ripristino del data center e dei servizi collegati, come si può leggere sulla pagina che fornisce aggiornamenti sull’accaduto.
La storia:
L’incidente
L’allagamento ha avuto conseguenze gravi per tutti i clienti ospitati dal data center di Google. Nelle ore immediatamente successive all’incendio, 31 dei 38 servizi offerti erano fuori uso. A distanza di giorni Big G segnala ancora problemi con tutta una serie di app e funzioni legate al cloud. A causa dell’incidente Google ha dovuto spegnere molte zone che fanno capo a quella che ha etichettato come Europe-west9, corrispondente al data center fuori Parigi.
Tuttavia molti clienti lamentano su forum specializzati di avere ancora molti servizi offline, pur aspettandosi ridondanza nell’offerta cloud di Google attraverso il sistema delle zone. Ossia la collocazione su server disposti geograficamente in punti distanti per evitare che un problema fisico a uno di questi (come un incendio, un allagamento o un terremoto) possa compromettere del tutto l’erogazione dei servizi sulla nuvola. Tuttavia, il fatto che molti clienti disposti su zone diverse stiano soffrendo ancora gli effetti dell’allagamento del data center di Clichy sembra lasciar intendere che le stesse zone siano concentrate tutte sullo stesso impianto e quindi patiscano gli effetti dell’incidente al centro di Google.
L’azienda
A gestire l’impianto a cui si appoggia Google è GlobalSwitch, azienda con sede a Londra nata nel 1998 e specializzata nella costruzione di data center in Europa e in Asia. Ne ha ad Amsterdam, Francoforte, Parigi, Madrid, Sydney, Hong Kong e Singapore. Al momento ha in portafoglio 428mila metri quadrati di locali tecnici e infrastrutture di rete.
Il data center colpito dall’incidente si trova a Parigi, nelle vicinanze del cuore finanziario della capitale francese, il distretto de La Défense. È un data center catalogato come Tier III+. Nella classificazione di questi impianti, il tier indica il livello tecnico e la capacità di assicurare la continuità dell’attività. Si va da un livello I a IV, in numeri romani, e nel caso del livello III, implica, tra le altre cose, ridondanza per l’alimentazione e il raffreddamento degli ambienti, in modo da assicurare una disponibilità del data center per il 99,82% del tempo in un anno. Un duro colpo, quindi, l’incidente che da tre giorni ha compromesso l’operatività del data center di Google. E costretto il colosso della tecnologia a emettere costanti bollettini sullo stato di salute dei servizi nei quali non è ancora in grado di offrire una data di ripristino al 100% della sua attività cloud.
Il precedente
La Francia non è nuova a incidenti che coinvolgono data center. Nel 2021, tra il 9 e il 10 marzo, un incendio è scoppiato nel campus di Strasburgo di Ovh, tra i principali fornitori europei di infrastrutture cloud, causando importanti disagi a chiunque dipenda dall’azienda per i suoi servizi in rete. Questo ha causato un blocco di decine di migliaia le pagine web. fondamentale nel mondo del cloud, l’azienda ospita nei propri data center gli applicativi di oltre 1.5 milioni di clienti, si legge sul sito ufficiale.
Anche all’epoca a destare preoccupazione è stata l’apparente assenza di una ridondanza –ovvero una progettazione dell’architettura dei server che ne replica il contenuto garantendo la continua erogazione di un servizio anche se un impianto diventa inaccessibile – dei sistemi colpiti dall’incendio, con alcuni siti ospitati dall’azienda che a 7 ore dall’incendio sono ancora irraggiungibili.
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di Pietro Deragni www.wired.it 2023-04-28 09:06:36 ,