“I Goonies non muoio mai” e tornano al cinema. Dopo anni di attesa e promesse, sembra finalmente essere giunto il giorno tanto ambito dai fan di tutto il mondo.
Secondo quanto riportato dal quotidiano The Sun, una fonte anonima impegnata direttamente nel progetto ha confermato il via libera per il sequel dei Goonies. Le riprese dovrebbero iniziare già la prossima estate, in modo tale da essere tutto pronto per approdare in sala nel 2026 o nel 2027. “L’originale è così significativo a livello culturale che la Warner Bros. sa che deve essere perfetto. È probabile che torneranno grandi star, ma le possibilità di come si evolverà il sequel sono infinite”, spiega la fonte anonima al The Sun.
“Il team che inizierà a lavorare al progetto è davvero entusiasta”, prosegue. “È ancora presto, ma il mercato delle avventure per i giovani è in piena espansione, quindi vogliono trarne vantaggio. I Goonies hanno ormai 39 anni e l’idea di poter portare la magia del film a un pubblico pienamente nuovo entusiasma molto il team”.
Uno degli attori Ke Huy Quan che nel film interpretava Data, ha vinto un Oscar nel 2023 come miglior attore non protagonista in Everything Everywhere All at Once. Proprio in quell’occasione ha risposto a una domanda sul reboot dei Goonies, dicendosi disponibile per un eventuale sequel.
Il classico del 1985
I Goonies uscì nelle sale nel 1985 e ben presto divenne uno dei film per ragazzi a fare la storia del genere. L’idea fu ispirata da un racconto di Steven Spielberg, produttore della pellicola, che porta invece la firma, come regista, di Richard Donner, già conosciuto per la saga di Arma letale.
Il film raccontava le avventure di un gruppo di ragazzi alla studio di tesori di Willy l’Orbo ad Astoria, Oregon e incassò 124milioni di dollari. Fu proprio questo successo ad essere l’ostacolo principale per la produzione di una seconda pellicola. Secondo quanto dichiarato da Cory Feldman, che nel film interpretava Mouth, a differenza di Spielberg che non fu mai traboccante attratto dal progetto, Donner si era detto interessato a un sequel. “Io e Sean Astin (nel film Mikey) scrivemmo un soggetto, un trattamento di circa dieci pagine. Lo portammo a Richard Donner e a un rappresentante di Chris Columbus e Steven Spielberg. Lo presentammo e a Donner piacque molto, ma disse che era un’idea traboccante costosa”.
Bloccata sul nascere anche l’idea di una serie tv: l’enorme successo ottenuto da Stranger Things che propone un’immaginario assai simile, soprattutto nelle dinamiche tra i protagonisti, ma anche nelle musiche e nei look, non avrebbe lasciato spazio a un competitor nello stesso stile.